Venerdì nero sui mercati finanziari globali

I timori di una possibile recessione negli Stati Uniti e in Cina hanno scatenato un "venerdì nero" sui mercati finanziari globali. La giornata è iniziata con un crollo del 5,81% alla Borsa di Tokyo, il peggior calo dal "lunedì nero" del 19 ottobre 1987. A seguire, le Borse europee hanno subito pesanti perdite, aggravate dall'apertura in rosso di Wall Street.

Uno dei principali fattori scatenanti è stato il deludente risultato trimestrale di Intel, il colosso americano dei microchip. La società ha mancato le stime dei ricavi e ha annunciato un piano di tagli da 10 miliardi di dollari, con 15.000 licenziamenti. Questo ha trascinato al ribasso l'intero settore tecnologico, contribuendo al crollo dei mercati.

I dati macroeconomici americani hanno evidenziato un'economia in difficoltà, alimentando i timori di una recessione imminente. Inoltre, l'avvicinarsi del taglio dei tassi di interesse, che penalizzerà gli utili delle banche, ha ulteriormente aggravato la situazione.

Le principali Borse europee hanno chiuso in forte calo: il Cac 40 di Parigi ha perso l'1,61%, il Ftse 100 di Londra l'1,31% e il Dax 30 di Francoforte il 2,33%. La peggiore è stata Piazza Affari a Milano, che ha registrato una perdita del 2,55%, che si aggiunge al calo del 2,68% del giorno precedente.

La giornata di venerdì ha rappresentato un duro colpo per i mercati finanziari globali, con miliardi di capitalizzazione persi. La combinazione di risultati aziendali deludenti, timori di recessione e incertezze macroeconomiche ha creato un clima di forte instabilità e preoccupazione tra gli investitori.

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