Condannati i pm De Pasquale e Spadaro per il caso Eni-Nigeria

- Il Tribunale di Brescia ha emesso una sentenza di condanna a otto mesi di reclusione per i pubblici ministeri milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, accusati di "rifiuto d'atti d'ufficio". Secondo l'accusa, i due magistrati non avrebbero depositato alcune chat che avrebbero potuto essere rilevanti per la difesa nel caso Eni-Nigeria, un processo che ha visto coinvolta la multinazionale italiana in un'inchiesta per corruzione internazionale.

La vicenda, iniziata nel 2014 con le indagini della Procura di Milano sugli affari petroliferi di Eni all'estero, si è conclusa ieri con la condanna dei due pm, che rappresentavano l'accusa nel processo. Il Tribunale di Brescia ha ritenuto che De Pasquale e Spadaro abbiano omesso di presentare prove utili alla difesa, violando così i loro doveri d'ufficio. Questa decisione ha scosso profondamente la Procura di Milano, che ora si trova a dover affrontare le conseguenze di una sentenza che mette in discussione l'integrità e la trasparenza del lavoro dei suoi magistrati.

Il caso Eni-Nigeria, uno dei più grandi scandali giudiziari degli ultimi anni, ha visto la multinazionale italiana accusata di aver pagato tangenti per ottenere concessioni petrolifere in Nigeria. Nonostante il filone principale del processo si sia concluso con l'assoluzione degli imputati, la condanna dei due pm per aver nascosto prove favorevoli alla difesa rappresenta un capitolo oscuro nella storia della giustizia italiana.

Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, figure di spicco della Procura di Milano, sono stati riconosciuti colpevoli di aver rifiutato di depositare elementi che avrebbero potuto influenzare l'esito del processo.

Ordina per: Data | Fonte | Titolo