25 Aprile: perché la festa non mi fa giubilare

25 Aprile: perché la festa non mi fa giubilare
L'Opinione delle Libertà INTERNO

Il 25 aprile del 1945 la mia Patria fu liberata dall’esercito nazista e dal regime fascista che gliel’aveva asservita. Il Nord dell’Italia, occupato dai tedeschi e dai repubblichini, fu ricongiunto al resto del Paese, che tornò ad essere unito, libero e indipendente, come lo vollero e costruirono gli artefici del Risorgimento. L’anno della Liberazione nazionale fu anche l’anno della liberazione personale di mio padre Guido, che tornò a casa nell’agosto del 1945. (L'Opinione delle Libertà)

Su altri media

È giusto festeggiare il 25 Aprile, ma non significa andare addosso a qualcosa che non c'è. Il commento del direttore Vittorio Feltri. (ilGiornale.it)

Trasferire la Resistenza dal piano morale a quello militare, come elemento decisivo della Campagna d’Italia, non rende giustizia né alla verità né alla Storia. E con buona pace delle riletture apparse sulla Stampa. (Liberoquotidiano.it)

Il 25 aprile offre l’occasione di fare girare altrove, o di leggere a voce alta, anche nelle piazze, il monologo di uno scrittore censurato da qualche zelante dirigente della televisione pubblica. Il 25 aprile consente a chi contesta il 25 aprile di farlo senza conseguenze. (la Repubblica)

25 aprile/2. Fu guerra civile, non solo di Liberazione: e lo rivendicate pure, fascisti?

Il ricordo della liberazione dal nazi-facismo,della conquista delle libertà civili disperse negli anni della dittatura, si è sbiadito. La Resistenza invece fu un grande momento di unità del Paese: le Brigate Garibaldi e le Brigate Bianche ( costituite da oltre 65000 cattolici in 180 Brigate) e gli altri Movimenti scacciarono i nazi-fascisti dal Paese. (CatanzaroInforma)

L’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno. La decisione di scegliere il 25 aprile come “festa della Liberazione” fu presa il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio, guidato da Alcide De Gasperi, l’ultimo del Regno d’Italia, stabilì, con un decreto, che il 25 aprile dovesse essere “festa nazionale”. (Taranto Buonasera)

Una guerra che aveva visto il territorio del nostro Paese essere campo di battaglia per lungo periodo lasciando l’Italia quasi completamente distrutta, e causando circa 472.000 morti, fra militari (319.000) e civili (153.000), cioè circa il 1,07% della popolazione: un italiano su cento, ucciso dalla guerra. (Contropiano)