Netanyahu silura Gallant, Israele in rivolta

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ESTERI

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha licenziato il ministro della Difesa Yoav Gallant, nominando al suo posto l'ex ministro degli Esteri Israel Katz. La decisione, motivata dalla "mancanza di fiducia reciproca" tra Netanyahu e Gallant, ha scatenato proteste di piazza in diverse città israeliane, tra cui Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa e Beer Sheva. Migliaia di israeliani sono scesi in strada per contestare il licenziamento di Gallant, il quale ha dichiarato di essere stato cacciato per aver proposto una leva obbligatoria per tutti e un'inchiesta sugli eventi del 7 ottobre.

La situazione è ulteriormente complicata dall'irruzione della polizia nell'ufficio del primo ministro, un'operazione senza precedenti che ha sollevato preoccupazioni sulla stabilità del governo israeliano. Netanyahu, già al centro di numerose controversie, si trova ora a dover affrontare una nuova ondata di critiche e manifestazioni popolari. I manifestanti, che si sono radunati in massa a Tel Aviv, hanno chiesto al neo ministro della Difesa Katz di considerare come priorità il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas.

Le tensioni interne si sommano alle sfide esterne che Israele sta affrontando, con il paese impegnato su più fronti della guerra e la continua minaccia di un attacco iraniano. La decisione di Netanyahu di licenziare Gallant, in un momento così delicato, è vista da molti come un segno di debolezza e ha alimentato ulteriormente il malcontento tra la popolazione. Le proteste, iniziate con qualche centinaio di persone, sono rapidamente cresciute, coinvolgendo migliaia di cittadini preoccupati per il futuro del paese.

In questo clima di incertezza, la nomina di Israel Katz a ministro della Difesa rappresenta un tentativo di stabilizzare la situazione, ma resta da vedere se riuscirà a placare le proteste e a ristabilire la fiducia nel governo.