Rogo del cinema Eros, dopo 40 anni riaperte le indagini: cosa cercano i pm
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– A lungo su quei sei morti calò un silenzio ingiustificato. La loro “colpa”? Avere trovato la morte – terribile – all’interno di un cinema a luci rosse. Una delle vittime neppure c’entrava con la proiezione di “Lyla, profumo di femmina”: era un medico, accorso per soccorrere i feriti. La strage del cinema Eros, sala di viale Monza poco lontana dalla fermata della metrò di Rovereto, risale al 14 maggio 1983 (IL GIORNO)
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In particolare: i veronesi Marco Furlan e Wolfgang Abel (morto lo scorso 28 ottobre), condannati come responsabili, hanno agito da soli? E attorno ai killer, c’era una rete di estremisti neonazisti e sette esoteriche che li ha protetti o addirittura innescati? La vicenda, a lungo sepolta, riguarda il rogo doloso che il 14 maggio 1983 distrugge la sala per adulti Eros in viale Monza a Milano, lasciando gravemente feriti cinque spettatori e un passante che ha tentato di salvarli. (Corriere Milano)
Milano Wolfgang Abel e Marco Furlan, i serial killer del gruppo «Ludwig», non erano soli al cinema Eros. C'era un terzo uomo con loro, quando appiccarono l'incendio nella sala a luci rosse di viale Monza 101 a Milano, provocando una strage. (il Giornale)
A quarant’anni dai fatti, la Procura di Milano ha riaperto le indagini sull’incendio del cinema Eros, la sala a luci rosse nella zona nord di Milano in cui il 14 maggio 1983 morirono arse vive sei persone. (Il Fatto Quotidiano)
La decisione è stata presa, riporta oggi il Corriere della Sera, dopo l'inchiesta del podcast del quotidiano 'Cinema Eros'. Sono state riaperte a Milano le indagini sull'incendio del cinema Eros, dato alle fiamme dal gruppo Ludwig il 14 maggio 1983, che causò la morte di sei persone. (Il Messaggero Veneto)
Puntano ad individuare un presunto «terzo uomo» le nuove indagini della Procura di Milano sulla strage del cinema Eros avvenuta il 14 maggio 1983. Strage nella quale morirono sei persone e altre rimasero gravemente ustionate e che venne rivendicata un paio di settimane dopo con una lettera, recapitata nella sede milanese dell’ANSA, siglata dal gruppo neonazista Ludwig. (Gazzetta di Parma)