Colapesce e Dimartino si separano, “Ci serviva una pausa, vogliamo tornare a vivere”

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L'annuncio La notizia era già nell’aria, ora è ufficiale: Colapesce e Dimartino annunciano la loro separazione. Come ha spiegato a Vanity Fair l’artista siracusano, la decisione è stata presa di comune accordo: “Abbiamo bisogno di una pausa, anche per riflettere su come sviluppare le prossime canzoni – continua – avremmo potuto continuare a riproporre il successo di Musica leggerissima ma non è una strada che ci interessa. (BlogSicilia.it)

Ne parlano anche altri giornali

Il cantautore di scuola siciliana parla del periodo stragista in Sicilia: «Mi ricordo l'atmosfera di terrore che c'era in giro, i morti ammazzati tutte le settimane» (Open)

"Ora ci serve una pausa, fosse anche per capire come mettere mano alle canzoni che verranno", ha dichiarato Colapesce a Vanity Fair. Un decisione presa insieme dai due artisti (l'altro componente dell'ormai ex duo è Antonio Di Martino) dopo 4 anni di musica insieme. (Radio Monte Carlo)

Una notizia che dispiace a molti ma che non lascia del tutto la bocca amara. A chiarire i confini della vicenda è lo stesso Colapesce reduce da un successo a Venezia per la colonna sonora del film con protagonista Matteo Messina Denaro (Balarm.it)

Colapesce: «Ho scritto la musica di Iddu, ma la mafia non deve essere pop. Io e Dimartino ci separiamo per un po'»

A confessarlo è Colapesce, in occasione dell'uscita al cinema di Iddu (film di cui ha composto la colonna sonora). Piuttosto una pausa di riflessione, presa da una coppia che - un po' scherzando un po' no - si definisce aperta. (Giornale di Sicilia)

Il progetto per tanti anni è stato (anche) quello: canzoni impegnate e brani dal motivo allegro e dal testo che magari a un primo ascolto può sembrare soltanto canticchiabile, mentre nasconde un significato più profondo. (Radio Deejay)

«E non lo sopporto. Da siciliano, cresciuto tra gli anni Ottanta e Novanta, ricordo i morti nella mia zona, Siracusa, le stragi, Falcone e Borsellino. Nel 2015, nella sua Maledetti italiani, cantava: «La mafia è diventata pop». (Vanity Fair Italia)