I giudici Usa chiederanno a Google di vendere Chrome. Ma sul dossier antitrust c’è l’incognita Trump
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Il Dipartimento di Giustizia statunitense chiederà una pronuncia che imponga ad Alphabet (Goggle) di vendere il suo browser Chrome. Lo scrive l’agenzia americana Bloomberg che cita fonti a conoscenza dei piani. Il Dipartimento si basa sui rilievi dell’Antitrust secondo cui Google ha monopolizzato illegalmente il mercato delle ricerche on line. Oltre alla cessione di Chrome solleciterà il gruppo ad imporre pure misure correttive su intelligenza artificiale e al suo sistema operativo per smartphone Android (Il Fatto Quotidiano)
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Aspetti principali Secondo Bloomberg, il Dipartimento di Giustizia chiederà presto a un giudice federale di ordinare a Google di vendere il suo browser Chrome. E’ solo l’ultimo sviluppo di un caso antitrust contro la società dopo che un giudice ha stabilito quest’estate che il gigante tecnologico ha mantenuto illegalmente un monopolio di ricerca. (Forbes Italia)
Il governo degli Stati Uniti sta spingendo affinché Google sia costretta a vendere Chrome. Il Dipartimento di Giustizia ha presentato questa richiesta al giudice federale Amit Mehta, che lo scorso agosto ha dichiarato illegale il monopolio di Alphabet, la società madre di Google, nel settore delle ricerche online. (Calcio e Finanza)
Dopo che una sentenza, ad agosto, ha stabilito che Google ha monopolizzato illegalmente il mercato dei motori di ricerca, il dipartimento Usa alla Giustizia punterà ad obbligare il colosso tecnologico fondato da Larry Page a vendere il suo browser Chrome (Il Dubbio)
Ultim'ora news 19 novembre ore 9 (Milano Finanza)
La decisione rischia di avere implicazioni significative per il settore tecnologico e per il futuro delle applicazioni di intelligenza artificiale. (Finanzaonline)
Google si trova oggi in una posizione sempre più difficile. Se da un lato la concorrenza cresce, con nuovi attori come SearchGPT di OpenAI, dall’altro rischia seriamente il suo smantellamento a causa della battaglia legale intrapresa dall’antitrust degli Stati Uniti. (FIRSTonline)