Il governo di Damasco tenta di spegnere l'ultima resistenza pro-Assad. Scontri a Tartus
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Man mano che il governo ad interim siriano mette mano alla difficile transizione, Al Jolani e i suoi tentano di spegnere gli ultimi fuochi pro-Assad. Le forze di sicurezza siriane hanno lanciato un'operazione contro i combattenti fedeli all'ex regime nella provincia occidentale di Tartus. L'operazione aveva l'obiettivo di "ripristinare la sicurezza, la stabilità e la pace civile" nella regione e ha "neutralizzato un certo numero" di combattenti. (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Inoltre, gli scontri tra uomini armati e militari della sicurezza che hanno tentato di arrestare un ufficiale del deposto presidente a Tartus, nell'ovest, hanno provocato almeno 17 morti, sempre secondo l'Osservatorio. (Italia Oggi)
Il soldato, insieme alla brigata di stanza nel villaggio di Talkalakh, stava conducendo una operazione di controllo del confine quando uomini armati hanno aperto il fuoco. Sul terreno sono rimasti Sami Bakir, giovane miliziano originario della cittadina, e quattro feriti. (Il Fatto Quotidiano)
Una Ong e testimoni hanno riferito di manifestazioni della minoranza alawita in diverse città della Siria, dopo un video sui social network che mostrava un attacco a uno dei loro santuari. (Gazzetta del Sud)
PUBBLICITÀ Il gruppo Hayat Tahrir al-Sham, ora al potere a Damasco, ha imposto un coprifuoco notturno dopo che "14 membri del ministero degli Interni" sono stati uccisi in "imboscate da parte dei sostenitori del presidente deposto Bashar al-Assad" (Euronews Italiano)
NEL SUO DISCORSO, Erdogan ha attaccato i «terroristi separatisti» insieme a «Daesh» ovvero lo Stato islamico. Ha invocato la «stabilità dei due paesi», con i loro 910 chilometri di confine; “dimenticando” di essere stato fra i principali responsabili della destabilizzazione jihadista della Siria – Daesh compreso – fin dal 2012. (il manifesto)
Media: «Hamas non ha fornito la lista degli ostaggi da liberare» (Il Sole 24 ORE)