Siria, scontri tra forze di sicurezza e gruppi pro-Assad nell’ovest. Ong: “Almeno 17 morti”. L’Iran: “Rivive la resistenza contro i malvagi”
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Il dopo-Assad è appena cominciato. La situazione nell’ovest della Siria si è incendiata nelle scorse ore e resta incandescente. Le manifestazioni della minoranza alawita, esplose dopo un video sui social network che mostrava un attacco a uno dei loro santuari, hanno incendiato le città costiere di Tartus, Jableh e Latakia, dove è molto radicata la comunità da cui proviene il deposto presidente Bashar al-Assad (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri media
Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), precisando che gli scontri si sono verificati a Tartus, nell’ovest della Siria. "Sei membri dei servizi di sicurezza sono stati uccisi e tre uomini armati, dopo che le forze di sicurezza hanno tentato di arrestare un alto funzionario del potere dell’ex presidente al-Assad", ha detto l’Osdh. (Gazzetta del Sud)
Queste manifestazioni sono le prime dal rovesciamento di Assad. (RSI Radiotelevisione svizzera)
Migliaia di siriani della minoranza alawita, a cui appartiene l'ex presidente Bashar al-Assad, hanno manifestato in diverse città della Siria dopo un video che mostra un attacco a uno dei loro santuari. (Italia Oggi)
Sul terreno sono rimasti Sami Bakir, giovane miliziano originario della cittadina, e quattro feriti. L’ultimo a morire è stato un miliziano dell’esercito fedele al nuovo governo insediato a Damasco, ucciso in un agguato al confine fra Siria e Libano, al varco di Dabousieh. (Il Fatto Quotidiano)
Israele non ha ancora ricevuto da Hamas la lista degli ostaggi vivi e morti che dovrebbero essere rilasciati nella prima fase di un eventuale accordo per il cessate il fuoco. Lo riferisce la tv pubblica israeliana Kan, ripresa anche da Times of Israel. (Il Sole 24 ORE)
L'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdu) ha riferito che 9 persone sono state uccise negli scontri scoppiati tra uomini armati e le forze di sicurezza che cercavano di arrestare un alto funzionario del governo deposto di Bashar Assad. (Corriere del Ticino)