Le svastiche sui monumenti e sulle scuole di Brescia chiamano in causa il ruolo civico, umano e sociale di noi docenti

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Corriere della Sera INTERNO

Nella notte del 19 dicembre scorso la nostra città è stata violata con l’imbrattamento di alcuni muri e monumenti con simboli nazisti, svastiche, in piazza Loggia sul monumento della Bella Italia, in corso Magenta e sui muri del Liceo Gambara. La svastica non è semplicemente un simbolo, ma costituisce la sintesi di fatti storici realmente ed atrocemente accaduti anche nella nostra città. Questi orribili segni di un tempo che per espressa disposizione costituzionale non può tornare (XII disposizione transitoria e finale) sfacciatamente colpiscono le donne e gli uomini come “un pugno nello stomaco” rievocando il messaggio di violenza, di morte, di negazione della libertà di pensiero e parola di cui ogni svastica è traccia. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri giornali

Una manifestazione antifascista è stata indetta per venerdì 20 dicembre. Lo sfregio sulle mura del centro città ha subito provocato reazioni della politica. (ilmessaggero.it)

Per effetto dell’eterogenesi dei fini, i dirigenti bresciani di Fratelli d’Italia replicano al centrosinistra ma alimentano soltanto le polemiche. Nel day-after del consiglio comunale in cui si è votato l’ordine del giorno di condanna alle svastiche che hanno imbratto il centro storico, il partito bresciano fa quadrato intorno al proprio consigliere comunale Carlo Andreoli, reo di aver espresso contrarietà al documento. (Corriere della Sera)

È di nuovo allerta a Brescia, a soli cinque giorni dal corteo di estrema destra che ha visto circa cinquecento persone sfilare per le strade con bandiere tricolori e slogan come “Difendi la tua città” e “Alcuni bresciani non si arrendono”. (Il Fatto Quotidiano)

Brescia unita riafferma i suoi valori: democrazia, libertà, accoglienza, solidarietà

La protesta organizzata da CasaPound Italia, Rete dei Patrioti, Brescia ai Bresciani, Veneto Fronte Skinhead, Nazionalisti Camuni e Comunità militante aveva smosso dalla sua letargia la sinistra istituzionale e non, con il solito codazzo di polemiche, indignazioni e scomuniche di chi vede la democrazia solamente a senso unico. (Il Primato Nazionale)

Lucio Pedroni, presidente dell'Anpi di Brescia, venerdì 19 dicembre in Largo Formentone, dove cento associazioni avevano organizzato il presidio antifascista in replica alla passeggiata delle camicie nere e alle svastiche apparse in centro città il 18 dicembre, ha stigmatizzato l'eccessivo spazio dato dalla stampa ai simboli d'odio apparsi in città. (Corriere della Sera)

Dalla postazione microfonica allestita quasi a ridosso di Palazzo della Loggia, parole di condanna per quanto accaduto, di vigilanza, di testimonianza dei valori della comunità civile bresciana: democrazia, libertà, accoglienza, solidarietà. (Cisl Brescia)