Gisèle Pelicot e gli stupri, il coraggio di affrontare il male non ha età
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Fotogramma Gisèle ce l’ha fatta. Non solo perché il marito e i 50 uomini che per anni hanno abusato di lei sono stati condannati dal tribunale di Avignone, ma soprattutto perché, grazie alla sua denuncia e al suo coraggio, «la vergogna ha cambiato lato». La vittima è diventata protagonista e accusatrice. Il volto di una donna, resa incosciente dalle droghe, sottoposta a violenza, stupro e dileggio, il volto di Gisèle, è diventato quello del coraggio e della ribellione. (Avvenire)
Ne parlano anche altri media
Dominique Pelicot è stato condannato al massimo della pena, 20 anni di carcere, per gli stupri aggravati contro l'ex moglie Gisèle Pelicot, nel processo sugli stupri di Mazan, che si chiude oggi ad Avignone. (IL GIORNO)
Di Euronews Pelicot si è dichiarato colpevole di aver drogato e violentato la moglie per quasi un decennio, invitando a casa loro altri uomini conosciuti online per fare lo stesso. (Euronews Italiano)
Processo Pelicot: l'esultanza della folla fuori dal tribunale dopo il verdetto (La Stampa)
Donne come quelle dell’Australia’s Older Women’s Network, che «in segno di sostegno e gratitudine» hanno regalato a Pelicot una sciarpa, la sciarpa che le abbiamo visto indossare mentre veniva pronunciata la sentenza di condanna al suo ex marito e agli altri 50 “Monsieur Tout-le-monde” (perché i media francesi chiamano così gli imputati nel processo lo abbiamo spiegato qui). (Rivista Studio)
A Mazan, piccolo paese della Francia, 51 uomini, di età compresa tra i ventisei e i settant’anni, appartenenti a varie estrazioni sociali, stati civili e occupazioni, sono stati imputati e condannati per aver partecipato consapevolmente allo stupro sistematico di una donna, Gisèle, che per dieci anni, è stata drogata dal marito Dominique, anche lui condannato, e offerta, a sua insaputa, a decine di sconosciuti reclutati online. (Il Fatto Quotidiano)
Se il 2024 ha avuto una “persona dell'anno”, questa è stato sicuramente Gisèle Pelicot. L'immagine della donna 72enne seduta con la schiena dritta in un'aula di tribunale francese mentre i suoi 50 stupratori venivano condannati, rimarrà indelebile tanto quanto i fatti del processo di Avignone sono inenarrabili. (Vogue Italia)