Caso Sala, Abedini Najafabadi dal carcere: “Sono un accademico, non un terrorista”
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Non ci sarebbe stato alcun riferimento alla vicenda della giornalista Cecilia Sala, detenuta a Teheran dal 19 dicembre, nel corso del colloquio tra l’ingegnere 38enne iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, il console iraniano e il suo avvocato Alfredo De Francesco che si è tenuto ieri mattina al carcere di Opera: «Abedini è ovviamente molto spaventato, in un Paese che non conosce, in cui si parla una lingua che non conosce. (La Stampa)
La notizia riportata su altre testate
Lo afferma il Dipartimento di giustizia del Massachussets in un documento inviato per via diplomatica alla Corte d’Appello di Milano, che nei prossimi giorni dovrà decidere sulla richiesta di detenzione domiciliare avanzata dal 38enne ingegnere svizzero-iraniano, arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso e attualmente detenuto nel carcere di Opera. (Il Fatto Quotidiano)
In base a quanto riferisce il suo difensore nel corso del colloquio, durato alcune ore, non si è parlato del caso della giornalista Cecilia Sala, detenuta a Teheran dal 19 dicembre, ma Abedini lo avrebbe appreso dai notiziari tv in carcere. (Tuttosport)
Sono stupito». Non capisco questo arresto, è incomprensibile. (ilmessaggero.it)
L'udienza per gli arresti domiciliari per Abedini (Vanity Fair Italia)
Leggi tutta la notizia Secondo quanto apprende l'AdnKronos sono queste le parole di Mohammad Abedini... (Virgilio)
“Sono molto preoccupato per la mia famiglia e dispiaciuto di trovarmi di fronte a un’accusa che sostanzialmente mi considera al fianco di terroristi”. E’ quanto fa sapere a LaPresse, attraverso il suo avvocato Alfredo De Francesco, Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano arrestato lo scorso 19 dicembre a Malpensa su richiesta degli Stati Uniti. (LAPRESSE)