Ecco come l'acqua potrebbe raffreddare i chip fino a 7 volte di più
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Da un team di ricercatori dell’Università di Tokyo arriva una nuova interessante soluzione di raffreddamento che sfrutta le fasi di cambiamento dell’acqua per renderla più efficiente nella dissipazione del calore. L’acqua pare sia in grado di assorbire sette volte l’energia quando cambia stato, passando da liquido a gas (ovvero, facendola bollire), il che le consente di catturare e dissipare molto più calore rispetto al metodo tradizionale che utilizza l’acqua che semplicemente scorre. (TuttoTech.net)
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Grazie a un'importante scoperta dell'Università di Tokyo, potremmo assistere a una rivoluzione per quanto concerne il raffreddamento dei processori. Un team di ricercatori giapponesi ha sviluppato un sistema di raffreddamento che sfrutta il cambiamento di fase dell'acqua, superando i limiti delle soluzioni tradizionali. (tomshw.it)
Secondo Raktim Sarma, scienziato presso l’azienda statunitense di ricerca tecnologica Sandia Lab, circa un terzo dell’energia che serve per far funzionare un data center viene speso per raffreddare i chip ed evitare quindi che i computer o i server si surriscaldino. (la Repubblica)
Tuttavia, questa potenza computazionale ha un costo energetico significativo, in particolare per quanto riguarda il raffreddamento dei server e dei computer ad alte prestazioni. Una fetta considerevole, stimata tra il 30% e il 40%, dell'energia consumata da queste strutture è destinata a mantenere le temperature operative entro limiti accettabili. (HDblog.it)
Questa partnership riduce la dipendenza dai sistemi di raffreddamento ad aria ad alta intensità energetica, promuovendo la sostenibilità. Fujitsu, Supermicro e Nidec stanno collaborando per migliorare l’efficienza energetica dei data center del 40% utilizzando la tecnologia di raffreddamento a liquido. (salajobrazovanje.co.rs)
Queste soluzioni, caratterizzate da scambiatori di calore intelligenti, piastre fredde e minuscoli microgetti che pompano rapidamente il liquido di raffreddamento sulle parti più calde di CPU e GPU, sono in grado di catturare – sottolinea Intel – oltre il 95% dell’energia di calcolo dissipata, riutilizzandola in acqua calda che può essere reindirizzata altrove come fonte di calore sostenibile. (01net)