Abedini, l’ingegnere iraniano verso la liberazione: i dubbi solo sui tempi. Deciderà Nordio
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Il dubbio adesso, per Mohamed Abedini Najafabadi, è solo quando. Ma l’ingegnere iraniano, detenuto su richiesta degli Usa per sostegno ai Pasdaran, va verso la liberazione e comunque la non estradizione negli Stati Uniti. Sicuramente, in base agli accordi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Donald Trunp, la sua posizione cambierà prima del 20 gennaio, giorno dell’insediamento del Tycoon alla Casa Bianca (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altri media
Teheran chiede la scarcerazione del connazionale, per cui è stata fissata l'udienza per valutare la richiesta di domiciliare il 15 gennaio. L'ingegnere svizzero-iraniano si trova attualmente nel carcere di Opera, arrestato a Malpensa su richiesta di estradizione degli Stati Uniti (MilanoToday.it)
Le due vicende sono apparse fin da subito intrecciate, al di là delle smentite ufficiali che sono arrivate dalle autorità italiane e da quelle iraniane, fino alla tarda serata di ieri. (IL GIORNO)
Ventiquattro ore dopo il ritorno in Italia di Cecilia Sala, Mohammad Abedini Najafabadi ha nuovamente chiesto di uscire dal carcere di Opera. Arresti domiciliari con il braccialetto e in un appartamento di Milano diverso da quello proposto in precedenza. (Il Fatto Quotidiano)
– “La situazione di Abedini è squisitamente giuridica, e va studiata nella sua complessità, indipendentemente dal felice esito della vicenda Sala. Dell’estradizione è prematuro parlare, anche perché sino ad ora la richiesta formale non è ancora arrivata al nostro ministero”. (Agenzia askanews)
Mohammad Abedini Najafabadi, l'ingegnere iraniano arrestato su mandato degli Stati Uniti e ora detenuto nel carce di Opera, ha presentato una nuova richiesta per gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, dopo che la prima istanza era stata respinta dalla Procura di Milano. (Fanpage.it)
Non è il ponte di Glienicke a Berlino dove americani e sovietici trafficavano ostaggi durante la guerra fredda, ma la storia è quasi la stessa. Intanto, e questo è il particolare decisivo, Roma ha garantito a Teheran che l’ingegnere arrestato il 16 dicembre a Malpensa non verrà estradato negli Stati Uniti, dove su di lui pendono accuse di terrorismo, cospirazione e associazione a delinquere. (il manifesto)