Salvini in piazza a Milano: «Io al Viminale? Non ci sono più alibi, parlerò con Meloni e Piantedosi»
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«Abbiamo dimostrato che difendere i confini non è reato, ma il fatto che io sia stato assolto in primo grando non significa che la giustizia non vada profondamente riformata» lo sostiene il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, incontrando in piazza a Milano i suoi sostenitori dopo la sentenza di assoluzione per il caso Open Arms. «Agli Interni c'è un amico come Matteo Piantedosi, ma se qualcuno in passato poteva sostenere che io non potessi andare al Viminale perché c'era un processo in corso ora non ci sono più alibi. (Corriere TV)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Carlo Nordio, Guardasigilli del governo Meloni, ex magistrato, il "terrore" delle Coop rosse e non solo, si accende una sigaretta e apre le porte del suo ufficio al ministero, in via Arenula. (ilgazzettino.it)
Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rispondendo a una domanda sulla possibilità che il vicepremier leghista possa tornare al Viminale, al termine del vertice Nord-Sud a Saariselka, nella Lapponia finlandese. (Il Fatto Quotidiano)
Sulla sentenza Open Arms "mi pare un fatto che l'oggetto del processo a Salvini fossero le sue scelte politiche piuttosto che effettivi reati e che la giurisdizione sia stata usata per condizionare la politica" ma "oggi sia io che Salvini siamo contenti dell'ottimo lavoro che sta facendo il ministro dell'Interno" delle Infrastrutture e dei Trasporti. (la Repubblica)
È vero che una condanna — solo in primo grado, però — gli avrebbe permesso di mimarsi ammanettato, martire del giustizialismo, nuovo Berlusconi. Ma Salvini era già sconfitto e questa assoluzione acca… Vito Mangano — Roma (la Repubblica)