25 novembre: continuiamo a fare rumore!
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Rumore. È quello che ci ha chiesto di fare esattamente un anno fa Elena Cecchettin, dopo la morte della sorella Giulia per mano dell’ex fidanzato. Non un minuto di silenzio, perché è col silenzio che la violenza si propaga indisturbata. È nel non-detto che si rafforza, restando nell’ombra. Invece bisogna urlare, alzare al massimo il volume. Non solo il 25 novembre. Tramutare il dolore in rabbia, la paura in baccano, il senso di frustrazione che proviamo ogni volta che una donna viene uccisa in ribellione e azione. (Donna Moderna)
Se ne è parlato anche su altri giornali
E’ un calendario ricco, quello pensato per omaggiare la memoria delle 96 donne uccise nei primi dieci mesi di quest’anno. E così incontri, tagli del nastro, spettacoli, appelli, arrivano da ognuno dei Comuni dell’Empolese Valdelsa. (LA NAZIONE)
È un reato odioso ancora poco punito». «La lotta alla violenza sulle donne deve essere una priorità per tutta la società civile e per le istituzioni. (ilgazzettino.it)
Questo lo spaccato che emerge dall’indagine dell’Ue sulla violenza di genere, condotta dal 2020 al 2024 da Eurostat (l’ufficio statistico dell’UE), dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra) e da Eige. (EuNews)
Foto di repertorio “In questi dodici mesi, il dolore si è intrecciato alla rabbia per una violenza che non si arresta – dichiara Women Talking -. Quasi cento donne sono state uccise in Italia dal novembre 2023 ad oggi, vittime di una brutalità sistematica e di un’indifferenza istituzionale che ci lascia sole. (IlGiunco.net)
Meritano che venga fatta giustizia. Rompiamo il silenzio. (Tiscali Notizie)
Ancora due serate di musica dei nostri giorni per consentire agli Amici della Musica di stare aggiornati su cosa si scrive in Europa nella contemporaneità. Naturalmente i soci più tradizionalisti disertano la barocca sala di santa Cecilia, ma qui non è questione di incassi. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)