Meloni al Tg1 zittisce e smaschera la sinistra col dito puntato: "Nessuna catastrofe dazi. L'opposizione? Solo critiche e zero proposte"

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Secolo d'Italia INTERNO

Dazi, Giorgia Meloni, ancora una volta, smonta la narrazione apocalittica della sinistra e riporta il dibattito sui binari della realtà. Nell’intervista al Tg1, la premier ha chiarito che non c’è nessun motivo di allarmismo e ha ribadito che il governo sta lavorando con pragmatismo, coesione e lucidità operativa per (Secolo d'Italia)

Se ne è parlato anche su altre testate

L'inquilina di Palazzo Chigi si definisce «ovviamente preoccupata» per i dazi, che rappresentano «un problema da risolvere» ma non «la catastrofe che sto ascoltando in questi giorni» e mette in guardia dall'«allarmismo che stiamo vedendo in queste ore». (Il Messaggero)

In quello che è stato battezzato Liberation Day, mercoledì 2 aprile il presidente Usa Donald Trump ha mollato le briglie di una guerra commerciale già in corsa, e che ora rischia di andare fuori controllo verso territori sconosciuti. (Lavoce.info)

Meloni sottolinea poi la necessità di "condividere le proposte italiane con i partner europei", dicendosi "convinta che la scelta migliore sia quella di non rispondere ai dazi con altri dazi". Secondo il presidente del Consiglio, si tratta di una "scelta che non favorisce né economia europea né quella americana, ma penso anche che non dobbiamo alimentare l'allarmismo che sto sentendo in queste ore". (Tgcom24)

Una contrazione del PIL dello 0,1%, una perdita secca sull’export di 2 miliardi di euro e 30mila posti di lavoro a rischio. Sono le stime elaborate dal Centro Studi di Conflavoro dopo l’annuncio di Trump sull'aumento del 20% dei dazi nei confronti dei prodotti Ue. (Il Giornale d'Italia)

Queste tariffe di fatto riguardano tutte le principali economie del mondo e alimentano una guerra commerciale dove ne usciremo tutti sconfitti e più poveri». «L’annuncio dei dazi americani al 20% su tutte le produzioni europee, vini compresi, andrà inevitabilmente a colpire duramente anche le nostre denominazioni, che da sempre vedono negli Stati Uniti il mercato estero di riferimento. (La Stampa)

In particolare l’imposizione da parte di Donald Trump di aumenti generalizzati del 20% sui dazi di tutte le merci che provengono dall’Unione Europea, provocherà danni all’agroalimentare italiano, che lo scorso anno ha realizzato 7,8 miliardi di euro di fatturato. (La Stampa)