Senigallia, suicida a 15 anni. Gli ultimi messaggi: «Non ce la faccio più. E il prof non mi ascolta»
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«Non ce la faccio più». Prima di morire togliendosi la vita, il 15enne di Senigallia aveva tentato di chiedere aiuto: 7 messaggi su WhatsApp, l'ultimo segnale prima di prendere la pistola del papà vigile urbano, scappare tra le campagne e poi spararsi. È mercoledì 9 ottobre e il giovane scrive alla mamma: «Ho parlato col prof di sostegno, gli ho detto che voglio andare via dalla scuola». Gli ultimi messaggi alla mamma Come racconta il Corriere della Sera, sono diversi i messaggi in cui il ragazzo esprime la sua frustrazione e disperazione alla mamma: «Mi trovo male», scrive. (ilmattino.it)
Su altri media
SENIGALLIA (Ancona) Un brutto voto preso a scuola, le confidenze fatte a un professore quattro giorni prima che decidesse di uccidersi con un colpo di pistola e i docenti che in classe avrebbero assistito alle angherie subite da Leonardo Calcina senza, però, riprendere i tre bulli che avrebbero portato il 15enne di Senigallia a togliersi la vita. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
«L'anno scorso nell'istituto scolastico era già stato segnalato un caso di bullismo». «Chiedo a tutti quelli che sanno qualcosa di non aver paura di parlare» ha aggiunto il legale. (Corriere TV)
Parole che, all'indomani della tragedia, risuonano come un grido d'aiuto disperato. " Non ce la faccio più ". (il Giornale)
Per colpa dei bulli che lo tormentavano, raccontano il papà e la mamma. Ieri i genitori del ragazzino si sono presentati nella caserma di Marzocca, una frazione di Senigallia, per integrare la denuncia sporta la notte stessa della scomparsa in cui si facevano i nomi di tre studenti tra i più attivi nel dileggiare pesantemente il loro ragazzo. (ilmessaggero.it)
Intanto le indagini si concentrano su quanto accadeva a scuola, il 15enne negli ultimi messaggi diceva: "L'ho spiegato al prof ma lui non mi ascolta”. (Fanpage.it)
Suicidio studente a Senigallia, Valditara chiede approfondimenti all’Usr Marche. Il Ministro: “Scuola sappia intercettare le fragilità dei giovani ed educare al rispetto” Di (Orizzonte Scuola)