Operazione sull'asse Torino-Ferrara, duro colpo alla mafia nigeriana

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La Repubblica INTERNO

Passa da Torino un altro duro colpo alla mafia nigeriana.

Centoquaranta anni di carcere per i condannati, pena ridotta di un terzo perché tutti hanno scelto il rito abbreviato.

E’ stato il tribunale di Torino a scrivere la prima sentenza in Italia che riconosce la mafia nigeriana nel paese.

Da questa mattina all’alba la polizia sta eseguendo decine di misure cautelari tra Torino e Ferrara.

Nel 2017 un'altra vasta operazione , condotta dalla squadra mobile e dalla polizia municipale aveva portato al riconoscimento di importanti clan come quello dei Mephite. (La Repubblica)

Su altre fonti

Uno di loro è appunto "Popori", questo il nome con cui era conosciuto, residente nel capoluogo berico assieme alla famiglia. Per l'SKdi Vicenza vorrà dire probabilmente molti anni di carcere, ma forse anche la scappatoia da una fine peggiore. (VicenzaToday)

In azione dalle prime ore dell'alba oltre duecento agenti delle Squadre Mobili, che hanno eseguito diverse misure cautelari, molte delle quali in carcere. Un sodalizio di stampo mafioso presente in numerose città italiane, su cui da tempo indagavano le Direzioni Distrettuali Antimafia delle Procure della Repubblica di Torino e di Bologna. (L'Unione Sarda.it)

Trentuno misure di custodia cautelare sono state eseguite mercoledì, cinque degli arrestati risiedevano o comunque gravitavano tra Padova, Vicenza e la provincia di Venezia. In manette anche Peter Shellu ed Emiowele Endurance, altri due luogotenenti padovani e Akibege Favour detto «Popori» gravitante nella zona di Vicenza. (Corriere della Sera)

Riti tribali, al limite della violenza sessuale e di fatti omicidiari. La violenza rappresenta lo strumento di comunicazione privilegiato per affermare la forza dell’organizzazione sul territorio e creare lo stato di soggezione necessario per accrescere il proprio potere. (CasertaNews)

Tra queste va menzionata l’unica assurta al rango effettivo di associata, Aisha Osayandse, il cui compito era controllare il racket della prostituzione. (Il Primato Nazionale)

Il commento del prof. Meluzzi: “è triste dire che lo avevamo detto ma rivendico, insieme colonnello dei Cc Fabio Federici, che avevamo già denunciato e scritto nei nostri saggi criminologici gli orrori ed pericoli della mafia nigeriana, magari stupidamente accusati di razzismo!”. (Imola Oggi)