Da Capitol Hill all’attentato a Trump, una scia di violenza animata dal populismo. Parla il prof. Margelletti

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Policy Maker ESTERI

L’attentato ai danni del presidente Trump restituisce la fotografia di una superpotenza americana attraversata da profonde fratture e da una pericolosa inclinazione al ricorso alla violenza. L’intervista al prof. Andrea Margelletti L’ex presidente e candidato presidente Donald Trump è stato vittima di un attentato durante un comizio a Butler, in Pennsylvania. L’attacco, a opera del ‘lupo solitario’ ventenne Thomas Matthew Crooks, freddato dai servizi di sicurezza, solo per un caso fortuito non si è rivelato fatale. (Policy Maker)

Su altre fonti

L’attentato di Butler in Pennsylvania è lo specchio delle profonde complessità che animano gli Stati Uniti di oggi. Lasciando che l’ordine del mondo vada progressivamente in pezzi. (ROMA on line)

Questo episodio fa un po’ da spartiacque tra la violenza politica del passato e quella odierna. (RSI.ch Informazione)

Ciascuno può dimostrare agli altri quanto vale e conquistare il consenso necessario per affermarsi nel campo che desidera. Un Paese meritocratico, dunque, che troppo spesso però ricorre alla violenza per fermare gli avversari. (Avvenire)

La degenerazione della forza. Negli Usa in un’ora ci si può armare: "La violenza è parte della cultura"

Del resto l’ex presidente americano ha sempre innescato forti emozioni tra i suoi sostenitori e detrattori. Un’onda di shock e sgomento ha attraversato tutto il Paese, scuotendolo fino alle sue fondamenta e lasciando un segno indelebile non solo su ciò che ruota intorno al Campidoglio, ma anche nell’animo stesso della nazione. (L'Eco di Bergamo)

Due popoli, ciascuno con milioni di seguaci, e dunque non frange marginali, si odiano, si detestano, si disprezzano come mai nel passato. (L'HuffPost)

– L’attivista di Black Power H. Rap Brown sosteneva negli anni Sessanta che "la violenza è parte della cultura americana, è americana tanto quanto la torta di ciliegie". (QUOTIDIANO NAZIONALE)