Quell’allarme sotterraneo: il rischio di nuovi attentati

Quell’allarme sotterraneo: il rischio di nuovi attentati
Articolo Precedente

next
Articolo Successivo

next
Per saperne di più:
il Giornale ESTERI

E adesso come fermeranno Donald Trump, la bestia nera? Forse è vero che l’ex presidente, «canaglia» più o meno simpatica a seconda dei gusti, non dovrebbe tornare alla Casa Bianca e Joe Biden, smemorato di Collegno d’oltreoceano, non potrebbe restarci per un secondo mandato. Però non si vedono alternative possibili e allora esiste il rischio che una parte profonda del sistema americano farà di tutto per fermare Trump. (il Giornale)

La notizia riportata su altre testate

Si dimentica così che violenza e politica vengono gemellate nel pensiero e nella pratica degli anarchici russi e italiani nell’Ottocento e nel primo Novecento. Da Abraham Lincoln ai fratelli Kennedy e Martin Luther King, da Ronald Reagan all’attentato di sabato sera in Pennsylvania, la serie è lunga. (Corriere della Sera)

Un’onda di shock e sgomento ha attraversato tutto il Paese, scuotendolo fino alle sue fondamenta e lasciando un segno indelebile non solo su ciò che ruota intorno al Campidoglio, ma anche nell’animo stesso della nazione. (L'Eco di Bergamo)

Se dovessimo scegliere una data “periodizzante” per l’inizio della fine dell’Impero Americano, dovremmo optare per quella, mentre se dovessimo indicare un aspetto eclatante in cui si è manifestata apertamente dovremmo ricordare la gestione criminale dell’emergenza pandemica sotto Trump, o l’incapacità degli USA di superare il razzismo strutturale derivato dal proprio “passato” schiavistico. (Contropiano)

Trump, la rabbia e la paura che dominano la scena

Mario Caligiuri è presidente della Società italiana di intelligence (Socint) e ordinario di pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria dove dirige il Master in Intelligence. (il Giornale)

Non è sbagliato chiedersi se la violenza sia nelle “vene d’America”, come molti suoi scrittori – e il suo cinema – hanno raccontato, creando un immaginario in cui la sparatoria al comizio di un candidato per la Casa Bianca sconvolge ma non sorprende. (Avvenire)

Lasciando che l’ordine del mondo vada progressivamente in pezzi. L’aggressore Thomas Matthew Crooks, di famiglia repubblicana, anch’egli iscritto con una piccola quota al partito, ha confessato candidamente sul web di odiare il candidato repubblicano Donald Trump. (ROMA on line)