Coppia gay aggredita a Roma, «le ragazze dei teppisti hanno provato a fermarli». Interrogati gli inquilini della casa da dove è partito il raid

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«C'erano anche delle ragazze insieme con i teppisti che ci hanno picchiato, almeno in tre hanno provato a fermarli. Una ha gridato: "Smettetela, altrimenti nei casini ci vado io"». Stephano Quinto, cameriere e badante di 26 anni, di nazionalità peruviana, lo racconta nella denuncia sporta ai carabinieri della stazione di Torpignattara dopo essere stato aggredito con il compagno Matteo M., di Anzio, residente ad Aprilia, ora domiciliato con lui in un appartamento vicino a piazza Roberto Malatesta, al Pigneto, a pochi metri da dove sono stati aggrediti perché si tenevano mano nella mano. (Corriere Roma)

La notizia riportata su altre testate

Leggi tutta la notizia Sul caso indagano i carabinieri che sono sulle tracce di decine tra... (Virgilio)

Un presidio pacifico e colorato in solidarietà dei due ragazzi è stato convocato dalla associazione Gaynet e subito hanno aderito movimenti, circoli, cittadini.Il segretario del circolo Sinistra Italiana V Municipio “Banda Pepe”, Vincenzo Libonati; Maurizio Mattana, consigliere AVS Municipio V; e Marilena Grassadonia, responsabile diritti e libertà della segreteria nazionale di Sinistra Italiana e coordinatrice ufficio diritti LGBT+ di Roma Capitale, spiegano in una nota: “La notte di capodanno Malatesta si è tinta di odio e violenza. (Agenzia askanews)

Poco distante dal luogo dove Stephano e Matteo sono stati aggrediti e picchiati, solo perché si tenevano per mano. L’appuntamento è per domani, sabato 4 gennaio, in piazza Roberto Malatesta a Roma, a partire dalle 17. (Luce)

«Io e il mio compagno Matteo, insultati e picchiati da 10 persone a Capodanno. Ora non esco più di casa»

Dopo l’aggressione omofoba di Capodanno ai danni di due ragazzi la cui unica colpa era di passeggiare mano nella mano a Roma, la comunità Lgbtq+ italiana scende in piazza. (LA NOTIZIA)

«Ho paura, non esco più di casa e non so se riuscirò a lavorare ancora. Il timore è di incontrare ancora quei ragazzi e di essere aggredito. Quello che è accaduto, una violenza così feroce, ha segnato me e il mio compagno e non so come affronteremo il futuro». (Open)