Migranti in Albania, il debutto dei centri italiani

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INTERNO

Ieri, nel porto di Shengjin, a nord di Tirana, sono sbarcati i primi 16 migranti destinati ai nuovi centri italiani per richiedenti asilo, frutto dell'accordo quinquennale tra i premier Giorgia Meloni ed Edi Rama. Tra i dieci bengalesi e i sei egiziani, due minori e due persone con fragilità sono stati immediatamente rimpatriati in Italia, in contrasto con l'intesa che prevedeva il trasferimento esclusivo di uomini adulti e in buona salute.

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, durante il question time alla Camera, ha sottolineato che il protocollo è oggetto di studio da parte di molti Paesi europei, come Grecia, Regno Unito e Danimarca, e che i fondi destinati ai centri sono ben spesi. Tuttavia, l'arrivo dei migranti ha subito suscitato polemiche, con attivisti locali e funzionari presenti sul molo di Shengjin pronti a criticare l'accordo.

La nave Libra, attraccata alle 8 del mattino, ha portato i migranti che, dopo i colloqui nell'hotspot del Viminale, hanno rivelato la presenza di due minori e due persone vulnerabili, ovvero in precarie condizioni psico-fisiche o vittime di tortura. Questo debutto con sorpresa ha messo in luce le difficoltà nell'implementazione dell'accordo e la necessità di una selezione più accurata dei migranti destinati ai centri albanesi.

Il premier Meloni, a margine del summit Ue-Consiglio di cooperazione del Golfo di Bruxelles, ha ribadito che l'intesa con l'Albania rappresenta un modello per l'Europa nella gestione dell'immigrazione clandestina.