Mattarella: «Io arbitro, fuori dalla contesa politica. Ho promulgato leggi che ritengo sbagliate. I poteri dello Stato non sono fortilizi contrapposti»
Articolo Precedente
Articolo Successivo
«Io sono un arbitro, al di fuori della contesa politica. Ma il compito del Capo dello Stato è quello di ricordare a tutti i limiti entro cui operano». A dirlo è stato oggi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo agli studenti durante la cerimonia per i 25 anni dell'Osservatorio giovani editori. «Essere arbitro significa sollecitare al rispetto delle regole tutti gli altri organi costituzionali dello Stato e significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano» ha detto Mattarella. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è preoccupato dal diffondersi della disinformazione. E incontrando una platea di ragazzi in occasione della cerimonia dei 25 anni dell’Osservatorio permanente giovani-editori non rinuncia a lanciare un allarme legato anche al caso di Margaret Spada, la 22enen siciliana morta a seguito di un intervento di rinoplastica parziale: «Bisogna evitare il rischio di affidarsi al web come fosse il medico di fiducia. (Open)
Ospite all’evento ’25 anni di Osservatorio permanente giovani-editori’, il Capo dello Stato ha invitato i ragazzi a informarsi per evitare manipolazioni. Con il monito che la tecnologia non metta in discussione la democrazia (Primaonline)
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto così agli studenti intervenuti a Roma al Salone delle Fontane, all’Eur, per celebrare i 25 anni dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. (Il Sole 24 ORE)
Saper distinguere il vero dal falso è indispensabile, così come scongiurare il rischio che, per i nativi digitali, l’informazione coincida con flussi ininterrotti di notizie senza analisi critica della consistenza di ciascuna». (Il Sole 24 ORE)
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha risposto a una domanda di uno studente a un evento e ha ammesso: "Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare". (Fanpage.it)
Questo - tiene a sottolineare agli studenti durante la cerimonia per i 25 anni dell'Osservatorio giovani editori -. Il suo compito infatti è "quello di ricordare a tutti i limiti entro cui operano". (Liberoquotidiano.it)