Commercio in centro: il rischio desertificazione è concreto
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La decima edizione dell’Osservatorio Città e Demografia d’Impresa, realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, mette in luce un quadro allarmante per il commercio nei centri storici italiani: dal 2012 al 2024, nel Paese sono scomparsi quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante, mentre si è registrata una crescita soltanto nel settore dell’alloggio e della ristorazione (+18.500). (La Provincia di Cremona e Crema)
La notizia riportata su altri media
Reggio Emilia, infatti, è solo al 92esimo posto nella classifica dei 122 maggiori comuni italiani, che vede al primo posto Ancona, dove la diminuzione è arrivata al 34,7%, e all’ultimo Crotone (meno 6,9%). (Gazzetta di Reggio)
Cremona si distingue negativamente in quanto è tra le 20 città italiane con la maggiore perdita di attività commerciali e seconda in Lombardia per numero di esercizi chiusi. “Dall’analisi sulla desertificazione commerciale di Confcommercio”, scrive Ceraso, “è risultato che (CremonaOggi)
– I centri storici spengono le vetrine dei negozi e accendono le luci di b&b e attività di somministrazione. A soffrire sono soprattutto i centri storici. (LA NAZIONE)
Tra il 2012 e il 2024, in Italia, sono spariti 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante; sono cresciute invece le attività di alloggio e ristorazione (+18.500). Nei centri storici si spengono le vetrine dei negozi e si accendono le luci di b&b e attività di somministrazione. (LA NAZIONE)
Tra il 2012 e il 2024, in Italia, sono spariti quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante; sono cresciute solo le attività di alloggio e ristorazione (+18.500). Nello stesso periodo, nel commercio, negli alberghi e nei pubblici esercizi, si registra una forte crescita di imprese straniere (+41,4%) mentre quelle a titolarità italiana segnano solo un +3,1%. (piacenzasera.it)
Cosa dicono i numeri Il rapporto della Confcommercio sullo stato di salute delle città, basato sulle iscrizioni ai registri delle Camere di commercio, dice che in Sardegna in 12 anni, dal 2012 all’anno passato, le imprese sono diminuite e sono cambiate: molti meno negozi al dettaglio, rivenditori alimentari, tabacchi, distributori. (La Nuova Sardegna)