Le responsabilità di Netanyahu sono la sua ombra (di A. De Girolamo, E. Catassi)
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La fragile tregua in Libano ha messo in secondo piano la notizia che la Corte distrettuale di Gerusalemme ha concesso, dopo reiterate richieste (tutte respinte), un rinvio di 8 giorni al primo ministro Benjamin Netanyahu. Accettando in parte l'istanza della difesa di posticipare di 15 giorni l'audizione in tribunale - nei tre casi di frode, abuso d'ufficio e corruzione per cui è a processo - riconoscendo la motivazione degli impegni del premier nei conflitti di Gaza e Libano. (L'HuffPost)
Su altri media
Se in un primo momento l’unico paese mediatore e garante dell’intesa alla base del cessate il fuoco tra Israele e Libano dovevano essere gli Stati Uniti, Emmanuel Macron è riuscito a ritagliare un ruolo di primo piano anche per la Francia. (Il Fatto Quotidiano)
“Nessuna equiparazione tra lo Stato di Israele e organizzazione terroristica Hamas. Noi rispetteremo il diritto, ma bisogna vedere cosa dice il diritto innanzitutto, bisogna capire se le alte cariche dello Stato sono garantite e quindi sono al di fuori delle decisioni". (Liberoquotidiano.it)
Di Giuseppe Gagliano – (Notizie Geopolitiche)
Min lettura (Valigia Blu)
Ma il fatto che anche la Germania abbia fatto retromarcia sulla possibilità di arrestare il Primo Ministro Israeliano, dopo un formale iniziale assenso, è la riprova che il tanto decantato Diritto Internazionale, alla fine della favola, si piega sempre alle politiche realiste volte a preservare l'interesse nazionale. (Italia Oggi)
Leggiamo sui principali quotidiani nazionali e internazionali che la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di cattura contro Netanyahu, accusato di crimini di guerra, con i versi del poeta orazio Nunquist Bibendum. (Radio Radio)