Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini a #Venezia81, la recensione di Federico Pontiggia

Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini a #Venezia81, la recensione di Federico Pontiggia
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Il tempo che ci vuole o, meglio, “prima la vita”. Francesca Comencini fa infine il suo primo film, quello che aveva promesso al padre, Luigi, ricevendone cortese rimbalzo: "Non lo vedrò". L'ha fatto anni e anni dopo, portando al cinema la vita che fu e il cinema che fu, e ancora: in breve, Pinocchio, l'eroina, Parigi. Di due, padre e figlia, un’opera, Fuori Concorso a Venezia 81, presa dal dato di cronaca ed espunta di cronaca, nel lato famiglia più che album, nel ricordo elevato a sequenza e, talora, sentenza. (cinematografo.it)

La notizia riportata su altre testate

Il nuovo lavoro della regista romana narra quella bella favola che è stata il rapporto col padre Luigi, sin da quando, ancora bambina, sul set de “Le avventure di Pinocchio” (1972), ha capito quanta vita ci fosse nella creazione di quella magia sullo schermo mediata dall’immaginazione. (Gazzetta del Sud)

Per riallacciare un legame e chissà cos'altro. Francesca Comencini ha voluto intitolare così il toccante film che ha dedicato al suo rapporto con il padre Luigi e che ieri ha presentato fuori concorso alla Mostra tra molti applausi. (ilmattino.it)

Con Il tempo che ci vuole, titolo tanto semplice quanto straordinariamente adatto alla “materia” affrontata, Francesca Comencini ha portato alla Mostra del Cinema di Venezia fuori concorso (e avrebbe meritato il concorso alla luce della mediocrità complessiva…) il suo lavoro più intimo e universale insieme, frutto di una maturità umana e professionale capace di mettere se stessa davanti allo schermo facendosi affiancare dalla figura per cui tutto di lei esiste: suo padre, il grande Luigi Comencini. (Il Fatto Quotidiano)

Il tempo che ci vuole, Francesca Comencini racconta con un coraggio da leonessa il rapporto con il padre

Stasera l’81ma Mostra si chiude con la consegna del Leone d’oro e il film di Pupi Avati L’orto americano. (ilmessaggero.it)

– Raccontare se stessi, mettersi in scena, scavare nella memoria, tirarne fuori i ricordi più dolorosi, i più struggenti. Con Il tempo che ci vuole, presentato ieri fuori concorso alla Mostra di Venezia, interpretato da Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano (già figlia della Cortellesi in C’è ancora domani), Francesca Comencini firma il suo film più intimo e coraggioso. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Francesca Comencini è diventata davvero una regista all’altezza di suo padre, e lo dimostra proprio con Il tempo che ci vuole, scavando a fondo e con efferata spietatezza in quel rapporto per lei così centrale e raccontandolo come se le sue sorelle e sua madre non esistessero. (MYmovies.it)