Il ministro Nordio: “Estradare Abedini? Dagli Usa nessuna richiesta formale”
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ROMA. Giornata convulsa, per il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Entra ed esce tutto il giorno per riunioni delicatissime. Lo vedono a palazzo Chigi all’ora di pranzo e tutti collegano il suo arrivo al caso di Cecilia Sala e al destino dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, l’uomo dei droni. In realtà lo aspettano per sminare il cammino della riforma costituzionale che porterà… (La Stampa)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Di Anna Giorgi MILANO Mohammad Abedini Najafabani il 38enne ingegnere iraniano arrestato il 16 dicembre scorso a Malpensa, accusato dagli Stati Uniti di aver supportato i Pasdaran di Teheran nell’acquisizione di componenti tecnologiche montate sui droni in uso al Corpo dei Guardiani della Rivoluzione, “l’altra parte“ dello scambio nella complessa vicenda internazionale che due giorni fa ha visto la liberazione della reporter Cecilia Sala, al momento, resta rinchiuso nel carcere di Opera. (IL GIORNO)
Una levatrice svizzera risponde alla richiesta di aiuto da Gaza Tamara Bonc, un'ostetrica svizzera, ha recentemente trascorso cinque settimane nell'ospedale da campo del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) a Gaza. (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)
Le due vicende sono apparse fin da subito intrecciate, al di là delle smentite ufficiali che sono arrivate dalle autorità italiane e da quelle iraniane, fino alla tarda serata di ieri. (IL GIORNO)
Mohammad Abedini Najafabani rilancia. (Corriere della Sera)
E per convincere i giudici della V Corte d’Appello di Milano che non devono temere il rischio di fuga in caso di concessione degli arresti domiciliari, in una istanza difensiva del proprio avvocato Alfredo De Francesco il 38enne ingegnere iraniano di cui gli Stati Uniti vogliono l’estradizione offre la disponibilità a farsi applicare il braccialetto elettronico. (Corriere Milano)
Arresti domiciliari con il braccialetto e in un appartamento di Milano diverso da quello proposto in precedenza. Alla Corte d’Appello è stata presentata una nuova richiesta, diversa rispetto a quella precedente, da parte dell’avvocato dell’ingegnere iraniano fermato a Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti. (Il Fatto Quotidiano)