Liste d’attesa, la destra stravolge il decreto

Liste d’attesa, la destra stravolge il decreto
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Il Fatto Quotidiano INTERNO

Non saranno più previste verifiche dirette del ministero della Salute sui servizi sanitari regionali e sulle liste d’attesa, ma i controlli e gli interventi correttivi verranno portati a termine dalle Regioni attraverso il Ruas, responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria. Con un emendamento last minute, la destra pone così rimedio a una spaccatura interna provocato da … (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri giornali

Marcia indietro del governo Meloni sul controverso decreto sulle liste d'attesa. Tre le proposte di modifica presentate dal relatore in commissione Affari Sociali del Senato riscrivono l'articolo 2 del provvedimento, avversato dalla Lega e dalle Regioni. (Today.it)

"Sembra quasi che Meloni pensi più a tenere buono Salvini che non a tutelare il diritto alla salute degli italiani. Questa è la figura che stanno facendo davanti al Paese. Un decreto che più che accorciare le liste d'attesa serve ad allungare la vita di questo Governo placando le fibrillazioni all'interno della maggioranza. (Il Sole 24 ORE)

Lo dice all'ANSA Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Salute in sede di Conferenza delle Regioni e assessore alla Sanità in Emilia-Romagna al termine della riunione della Commissione stessa. (Il Messaggero Veneto)

Dl liste d'attesa in Aula al Senato: il governo non porrà la fiducia

Liste d’attesa, Schlein: “Da decreto fuffa a decreto zuffa” 16 luglio 2024 (Il Sole 24 ORE)

Innanzitutto, mi trovo a dover ricordare al collega senatore Boccia, che l’art.97 del regolamento del Senato stabilisce che il giudizio del presidente della Commissione sull’improponibilità di un emendamento è 'inappellabile', ma, a prescindere da ciò, è nota e peraltro sacrosanta l’attenzione massima sulla inerenza di materia sulla decretazione di urgenza. (Civonline)

Con la riformulazione, dal decreto sparisce il controllo diretto dello stato sulle regioni. Salta il controllo diretto dello Stato sulla piattaforma nazionale delle liste di attesa, inizialmente previsto dal testo del dl Sanità e sul quale le Regioni avevano dato parere negativo. (La Stampa)