Approvato il Decreto Cultura: Piano Olivetti per le periferie; cooperazione culturale con Africa e Mediterraneo; 44 milioni di euro per biblioteche, librerie ed editoria
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Giuli: Il Piano Olivetti è la cornice nazionale, l’unità di missione per la cooperazione culturale dilata l’orizzonte del nuovo MiC “Il Decreto approvato oggi è un primo passo per rispondere alle esigenze della catena del valore della cultura e per dare una prospettiva, per affermare una visione internazionale di un nuovo Ministero della cultura. Attraverso due cardini: il Piano Olivetti e la cooperazione culturale con Africa e Mediterraneo allargato. (Ministero della cultura)
La notizia riportata su altre testate
Il mercato svizzero dell'arte, per quanto possa essere d'alto livello, non uscirà indenne dalle rivoluzioni che arriveranno dalla capitale statunitense. Intanto, si prevede un probabile ritorno in auge della Biennale di Venezia, mentre alcuni film svizzeri di imminente uscita promettono lusso, eccentricità e brividi alla Patricia Highsmith. (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)
Le anticipazioni dei contenuti del decreto Cultura piombano negli uffici del Collegio romano e si alza la bufera sulla decisione del ministro Alessandro Giuli di nominare sei nuovi dirigenti per i piani Mattei e Olivetti, dare più potere ad Ales e stanziare fondi a pioggia che sanno di mance. (la Repubblica)
Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri, lunedì 23 dicembre, il Decreto Legge Cultura, introducendo diverse misure a beneficio del settore dello spettacolo dal vivo: tra queste è presente la stabilizzazione della norma che consente l’organizzazione semplificata di concerti e attività di spettacolo dal vivo in venue all’aperto fino a 2000 spettatori, tramite la sola richiesta in Segnalazione Certificata di Inizio Attività. (Rockol)
Arrivano anche l’obbligo dell’invio della fattura per gli acquisti fatti con il bonus per 18enni e la semplificazione della burocrazia dei piccoli spettacoli. (Italia Oggi)
Ma per uno che ha esordito parlando di «quarta rivoluzione», è bizzarro non averne fatto neanche una. Lo aveva annunciato dopo il suo arrivo turbolento al governo, tra la cacciata del primo capo di gabinetto (invischiato nell’affaire Boccia) e le dimissioni forzate del secondo (mal digerito dalla destra): «Cambierò tutto al ministero della Cultura». (il manifesto)
L’introduzione di una nuova categoria riferita alle opere cinematografiche non adatte ai minori di 10 anni è una delle novità contenute nel decreto legge relativo a misure urgenti in materia di cultura, approvato l’antivigilia di Natale dal Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giorgia Meloni e del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli. (Italia Oggi)