Cop29, trattativa a oltranza per evitare il collasso sugli aiuti per il clima

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ESTERI

A Baku, la Conferenza Onu sul clima, meglio conosciuta come Cop29, si è protratta oltre il termine previsto del 22 novembre, con i negoziati ancora in corso per raggiungere un consenso tra i quasi 200 Paesi partecipanti. La difficoltà nel trovare un compromesso, accompagnata da scambi di accuse e polemiche, ha messo in evidenza i limiti del sistema delle Cop, che sembra essere messo alle corde dallo sfaldamento del multilateralismo.

Nonostante la giornata aggiuntiva di negoziati, le trattative non sono ancora giunte a una conclusione, evidenziando la complessità delle questioni in gioco. L'esperto Jacopo Bencini ha sottolineato come il mondo sia paralizzato da una sorta di negazione di fronte ai sempre più numerosi conflitti, tra cui quello del riscaldamento globale, e ha affermato che è necessario un cambio di sistema per affrontare efficacemente queste sfide.

Uno dei punti più controversi della Cop29 è stato l'approvazione del mercato internazionale delle emissioni di carbonio, previsto dall'articolo 6 dell'Accordo di Parigi del 2015. Questo meccanismo, simile a quello dell'Ets europeo, permette ai Paesi di fare "mercato" delle emissioni, una decisione che ha suscitato preoccupazioni tra gli esperti. Essi temono che tali meccanismi possano consentire ai Paesi di dichiararsi più virtuosi di quanto non siano in realtà, creando un fenomeno di "greenwashing" su larga scala.

Tuttavia, i Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa e in Asia, fanno grande affidamento su queste transazioni per ottenere finanziamenti internazionali, rendendo il mercato delle emissioni una questione cruciale per il loro sviluppo economico e sostenibile.