Nel 2025 niente più incentivi statali per le auto

Nel 2025 niente più incentivi statali per le auto
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AlVolante ECONOMIA

“Gli incentivi destinati all’acquisto non hanno avuto effetti positivi sulla produzione. Dobbiamo prenderne atto e concentrare le risorse sugli investimenti”: con queste parole il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adoldo Urso ha risposto a un’interrogazione da parte di acluni senatori del Partito Democratico riguardante il taglio dell’80% delle risorse per il Fondo Automotive previsto dalla legge di bilancio. (AlVolante)

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Così Michele Crisci, presidente dell'Unrae, commenta l'andamento del mercato auto a ottobre. Risulta prioritario revocare la decisione di tagliare il Fondo automotive, ma anche individuare nuove misure che consentano di raggiungere gli sfidanti obiettivi fissati dall'Ue per il settore. (Il Messaggero - Motori)

"La Regione Abruzzo e l'assessore alle Attività produttive e al Lavoro, Tiziana Magnacca è ora che prendano in seria considerazione la crisi industriale che sta dando al nostro territorio segnali importanti da non sottovalutare. (ChietiToday)

Urso ha infine sollecitato Bruxelles a rivedere le regole del Green Deal, chiedendo un approccio tecnologicamente neutrale per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione al 2035. Ha inoltre firmato un provvedimento per attivare un nuovo sportello per i contratti di sviluppo nel settore automotive, finanziato con 500 milioni di euro dal PNRR. (Autoappassionati.it)

Viceministro del Lavoro Bellucci alla 15a edizione del Salone della Giustizia, “Governo Meloni ha puntato sul lavoro”

FINITI I SOLDI - Sono ufficialmente terminati gli incentivi per l’acquisto di auto a benzina o diesel che rientrano nella fascia di emissioni 61-135 g/km di CO2, come si può verificare sul sito Ecobonus del Mise. (AlVolante)

Il ministro si è detto disponibile a valutare una riforma della tassazione delle plusvalenze sulle criptovalute ma ha sottolineato che bisognerà sempre incidere sulla speculazione. (il Giornale)

(Adnkronos) – “Abbiamo raggiunto e superato il 62% di occupazione e il 53% per le donne, ma ci preoccupa il restante 47% e lavoreremo in tal senso. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)