Il coraggio di Gisèle Pelicot, violentata da decine di uomini con la complicità del marito: “Non siamo noi donne a doverci vergognare, ma loro”

Il coraggio di Gisèle Pelicot, violentata da decine di uomini con la complicità del marito: “Non siamo noi donne a doverci vergognare, ma loro”
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La Stampa ESTERI

Gisèle Pelicot avrebbe potuto scegliere l’anonimato che la legge francese garantisce in un processo per stupro e tentare di proteggere quel che resta della sua vita dopo aver scoperto che suo marito per dieci anni l’ha drogata per poi consentire a decine di uomini contattati di entrare in casa sua e violentarla. Ma per la seconda volta ha testimoniato in aula, non per se stessa, meglio non solo, ma per tutte le donne. (La Stampa)

Ne parlano anche altre fonti

Condividi questo articolo Gisèle Pelicot, vittima di anni di abusi terribili orchestrati dal marito, ha recentemente parlato davanti ai giudici, ma soprattutto a tutte le donne. (la VOCE del TRENTINO)

Per il resto fanno i lavori più disparati, sembrano una giuria demoscopica: sono professori universitari, camionisti, giornalisti, operai, pompieri, infermieri, militari, impiegati. Hanno, ovviamente, mogli, madri, sorelle, figlie. (Vanity Fair Italia)

Quello che ha subito, oltre a essere uno dei peggiori esempi di violenza sessuale degli ultimi anni, ha un nome: si chiama sottomissione chimica e in Italia se ne parla ancora troppo poco. (Fanpage.it)

Gisele Pelicot: “Determinata a cambiare questa società, le donne vittime di violenza non si devono vergognare”

Il “processo di Mazan” che vede protagonista la donna sedata e fatta stuprare dal marito per dieci anni è ormai a metà del suo corso. Nelle settimane passate sono stati ascoltati i 51 accusati, tra cui l’ex marito Dominique Pelicot, così come gli psicologi che ne hanno analizzato il profilo. (Sky Tg24 )

La vergogna deve cambiare lato, e la coraggiosissima signora Pelicot fa bene a esigere questo ribaltamento, che è sociale, di genere e culturale. Se la vergogna scaturisce da una morale che può non coincidere con la propria, il sentimento di colpa invece nasce da una presa di coscienza individuale, dal riconoscimento di una morale personale, che non ha bisogno, per esistere, di essere espressa all’altro. (Lucy. Sulla cultura)

È il concetto che Gisèle Pelicot – la donna che ha chiesto un processo a porte aperte contro l’ex marito e 50 stupratori, ripete da tempo e che oggi ha ribadito nell’udienza in cui i giudici del tribunale del Vaucluse hanno proseguito Sotto processo l’ex marito che la sedava per farla poi violentare da sconosciuti nella loro casa di Mazan, in Francia. (Il Fatto Quotidiano)