Inflazione, Usa: a febbraio rallenta a +0,2% mensile e +2,8% annuale, sotto attese - Geagency
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L’indice dei prezzi al consumo per tutti i consumatori urbani è aumentato dello 0,2% su base destagionalizzata a febbraio, dopo essere salito dello 0,5% a gennaio, ha riferito oggi l’US Bureau of Labor Statistics. Negli ultimi 12 mesi, l’indice complessivo degli articoli è aumentato del 2,8% prima della destagionalizzazione, rispetto al +3% di gennaio. Le stime erano per un +0,3% mensile e un +2,9% annuale. (GEA)
La notizia riportata su altre testate
In ambedue i casi il dato è migliore delle attese degli analisti che scommettevano rispettivamente su +0,3% e +3,2%. Su base mensile l'aumento è stato dello 0,2%, inferiore al +0,3% su cui scommetteva il mercato. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Dopo la produzione industriale tedesca e l'indice CPI della Norvegia, i principali eventi in Europa sono la pubblicazione dell'IPP italiano e dell'indice Sentix sul clima economico della zona euro. (XTB)
L'indice per l'alloggio è aumentato dello 0,3 percento a febbraio, rappresentando quasi la metà dell'aumento mensile di tutti gli articoli. (Finanza Repubblica)
L'indice core - quello al netto di energia e alimentari - ha segnato un rialzo mensile dello 0,2% e su base annua del 3,1%. In ambedue i casi il dato è migliore delle attese degli analisti che scommettevano rispettivamente su +0,3% e +3,2%. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Negli Stati Uniti l'inflazione si è attenuata più del previsto a febbraio, reintroducendo definitivamente i tagli ai tassi da parte della Federal Reserve nel piano con l'avvicinarsi della primavera e dell'estate. (CoinDesk)
I dati sull'inflazione CPI degli Stati Uniti per febbraio saranno il principale rapporto macroeconomico di questa settimana. Mentre il mondo intero è attualmente concentrato su dazi, incertezze economiche negli Stati Uniti e un potenziale cessate il fuoco in Ucraina, le problematiche legate all'inflazione potrebbero avere un enorme impatto sulla politica monetaria della Fed, che continua a influenzare in modo significativo il dollaro. (XTB)
