Berlinguer - La grande ambizione, il trailer ufficiale del film [HD]

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Trailer Quando una via sembra a tutti impossibile, è necessario fermarsi? Non l'ha fatto Enrico Berlinguer, segretario negli anni Settanta del più importante partito comunista del mondo occidentale, con oltre un milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di elettori, uniti dalla grande ambizione di realizzare il socialismo nella democrazia. Sfidando i dogmi della guerra fredda e di un mondo diviso in due, Berlinguer e il PCI tentarono per cinque anni di andare al governo, aprendo a una stagione di dialogo con la Democrazia Cristiana e arrivando a un passo dal cambiare la storia. (MYmovies.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Pablo Trapero, Francesca Calvelli, Laetitia Casta, Gail Egan, Dennis Lehane (Concorso Progressive Cinema) | Francesca Comencini, Kaili Peng (Miglior Opera Prima) Con Lino Guanciale (Fondazione Cinema per Roma)

ROMA (ITALPRESS) – “Credo molto nella comunicazione inconsapevole dei nostri corpi. Il corpo di Berlinguer, la sua prossemica involontaria, raccontava un senso di inadeguatezza, di fatica, e anche il peso della responsabilità. (CremonaOggi)

Torna il profilo di Enrico. La locandina mostra il segretario comunista di spalle mentre parla al «suo» popolo in una Festa dell’Unità, come in una celebre istantanea di Luigi Ghirri, il grande fotografo emiliano che tra l’altro dedicò alla Puglia il magnifico ciclo “Tra albe e tramonti”. (quotidianodipuglia.it)

Germano, 'il mio Berlinguer e la responsabilità verso gli altri'

Nel cast al fianco di Elio Germano, che veste i panni del politico che ha fatto la storia del partito comunista in Italia, tra gli altri, Elena Radonicich, Paolo Pierobon, Roberto Citran, Andrea Pennacchi, Giorgio Tirabassi, Paolo Calabresi, Francesco Acquaroli, Fabrizia Sacchi. (la Repubblica)

La grande ambizione di Andrea Segre, che vede Elio Germano interpretare il segretario del Partito Comunista Italiano negli anni del compromesso storico. (il Giornale)

È 'Berlinguer. Solo cinque anni, dalla morte di Salvador Allende (1973) a quella di Aldo Moro (1978), per raccontare filologicamente, e senza troppi retroscena, quel segretario del partito comunista più grande d'Europa (1,7 milioni di votanti), quel politico amato e rispettato da tutti, anche dagli stessi avversari, quando in Italia erano ancora vitali le ideologie. (La Gazzetta del Mezzogiorno)