Migranti trasferiti in Albania, il metodo Meloni

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INTERNO

In virtù di un accordo bilaterale tra Italia e Albania, i migranti intercettati in mare dall'Italia vengono trasferiti in centri per richiedenti asilo in territorio albanese. L'obiettivo dell'intesa, siglata tra Giorgia Meloni e il suo omologo Edi Rama, è dissuadere i migranti dall'intraprendere la traversata. Tuttavia, le condizioni del centro di Gjader, descritte da Riccardo Magi come peggiori di una prigione, sollevano preoccupazioni. Mura di cinta alte cinque metri, filo spinato e sbarre alle finestre caratterizzano la struttura, visitata da Magi per cinque ore.

I migranti, sbarcati a Shengjin a bordo della nave Libra della Marina Militare, sono stati trasferiti all'hotspot allestito nel porto. Dieci bengalesi e sei egiziani, dopo essere rimasti sul pattugliatore per poco più di 90 minuti, sono stati scortati all'interno della struttura dal personale italiano. Le condizioni di detenzione e le procedure di esame dello status dei richiedenti asilo sono al centro delle critiche delle opposizioni, che considerano l'operazione una costosa propaganda.

La battaglia legale sui paesi considerati sicuri e le sentenze sui fermi potrebbero far crollare l'intero impianto della legge. I giudici in Albania hanno la possibilità di svuotare i centri, mettendo in discussione la validità dell'accordo. Uno dei dodici naufraghi salvati dalla nave Libra ha dichiarato di non poter tornare nel proprio paese, temendo per la propria vita. Secondo i parlamentari che hanno visitato le strutture, i migranti potrebbero essere stati recuperati in acque italiane, sollevando ulteriori interrogativi sulla legittimità delle operazioni.

L'accordo tra Italia e Albania rappresenta un tentativo di gestione dei flussi migratori, ma le critiche sulle condizioni dei centri e la legittimità delle operazioni continuano a suscitare dibattito.