Sfollati per strada, nelle scuole, nelle moschee: come vive ora la popolazione in Libano

Sfollati per strada, nelle scuole, nelle moschee: come vive ora la popolazione in Libano
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Sky Tg24 ESTERI

I ripetuti attacchi di Israele al Libano hanno costretto 1,2 milioni di persone ad abbandonare le proprie case: alcuni restano per strada, altri all'interno delle scuole convertite in rifugi, altri ancora nelle moschee. "Stiamo assistendo a una vera catastrofe umanitaria", afferma Lisa Abou Khaled, portavoce di UNHCR Libano. "Nel Paese c'è un urgente bisogno di beni di prima necessità, ma le risorse che abbiamo a disposizione non bastano per tutti” (Sky Tg24 )

Su altre fonti

La una collina sopra Beirut, il piccolo Alì guarda verso Sud. In basso, le luci del quartiere di Dahieh, diventato nell’immaginario popolare dell’Occidente «la roccaforte di Hezbollah». Un boato rompe il silenzio notturno, poi delle scie luminose nel cielo e infine un’esplosione che si staglia come un fungo deforme e rosso tra i palazzi. (L'Espresso)

Ansa La Presidenza della Cei ha disposto lo stanziamento di un milione di euro dai fondi dell’8xmille per far fronte alle necessità della popolazione del Libano. L'erogazione servirà a fornire accoglienza e assistenza umanitaria alle centinaia di migliaia di profughi e sfollati, assicurando aiuti d'urgenza in ambito alimentare e sociosanitario, supporto psicosociale e accompagnamento. (Avvenire)

In molti hanno lasciato la città e chi è rimasto deve affrontare le difficoltà legate alla guerra. Tiro è una città deserta e martellata dai bombardamenti israeliani. (il Giornale)

Unicef: «Oltre 400.000 bambini sfollati in Libano»

MEDIO ORIENTE: Agenzia Onu rifugiatiDi seguito gli aggiornamenti sul conflitto in corso in Medio Oriente: (Marketscreener IT)

Nella notte, illuminata dalle bombe e stordita dal suono della distruzione, Marianne, ingegnere libanese e madre di quattro figli, si prepara a una nuova alba di domande. (Foto AFP/SIR) (Servizio Informazione Religiosa)

Lo ha affermato un alto funzionario dell'Unicef, ripreso da Haaretz, mettendo in guardia contro una «generazione perduta» nel piccolo paese alle prese con molteplici crisi e ora nel mezzo della guerra. (Corriere del Ticino)