“Io, moglie del primo soldato ucciso, non ho una tomba su cui piangere”

“Io, moglie del primo soldato ucciso, non ho una tomba su cui piangere”
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
La Stampa ESTERI

Quella notte di 1000 giorni fa c’era un freddo tremendo, al villaggio di Zorynivka, regione di Lugansk. Oksana e Denys avevano parlato fino alle 2 al telefono: «Non succederà niente. Ti amo, torna presto, mi manchi. Anche ai bambini», gli aveva sussurrato lei. Aveva messo a letto i piccoli ed era andata a dormire. Il sergente Tkach era di guardia alla frontiera con la Russia. Era stato richiamato in servizio d’urgenza due giorni prima, non si sapeva bene perché. (La Stampa)

Su altri media

Il 27 febbraio 2024, Sergei Shoigu ha dichiarato che le perdite totali delle forze armate ucraine dall'inizio dell'operazione speciale hanno superato le 444mila persone. Secondo i rapporti del dipartimento militare russo, in seguito a ciò Kiev perse più di 462,5mila persone uccise e ferite in tutte le direzioni, (recensione militare)

Ma c’è anche chi calcola un milione di soldati, morti e feriti, da entrambe le parti. (Comunità di Sant'Egidio)

E allora siamo alla domanda, indefettibile: perché ci hanno ingannato promettendoci la vittoria? Chi dovrà renderne conto? L’argomento è… Quando si sono pronunciate queste poche sillabe, e intanto in Ucraina uomini e cose si rarefanno, appassiscono, cadono a pezzi, si è detto tutto, si è risposto a tutto e la vittoria non è nemmeno più una speranza. (La Stampa)

Ora Zelensky è spalle al muro

Ma la guerra civile fra i governi di Kiev e le popolazioni russofone e russofile nel Sud-Est del Paese dura ormai da oltre 10 anni: dalla cacciata del presidente neutralista Viktor Yanukovich nel 2014 a furor di piazza, di squadroni della morte e cecchini filoccidentali, vissuta dai filorussi come un colpo di Stato; e poi dal tradimento dei due accordi di Minsk, firmati con Mosca e mai attuati dai governi di Petro Poroshenko e Volodymyr Zelensky, ansiosi di entrare nella Nato. (Il Fatto Quotidiano)

«Grazie per non aver mai tradito i nostri valori comuni europei» ha esordito, ringraziando gli eurodeputati. E l'anno prossimo sarà quello della pace». (La Stampa)

Stanchezza della gente innanzitutto. All’indomani della telefonata di Olaf Scholz a Vladimir Putin, molti ucraini, civili, anziani, donne, bambini, hanno passato l… (La Stampa)