Ha raccontato l’auto e dato voce al Nord

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La Stampa INTERNO

Ci sono molti ricordi di Paolo Griseri che mi vengono in mente in queste ore, perché negli ultimi vent’anni sono state davvero tante le occasioni in cui ci siamo incontrati e confrontati. Prima come inviato di Repubblica, incaricato di seguire l’evoluzione degli ultimi decenni di storia dell’auto italiana, dalla Fiat a Stellantis; poi come vicedirettore de La Stampa, un incarico di responsabilità nella testata simbolo della sua città, che amava molto e di cui conosceva tutti i protagonisti. (La Stampa)

La notizia riportata su altri giornali

Leggi tutta la notizia (Virgilio)

L’ho conosciuto, nella mia qualità di economista dell’Università di Torino, come grande esperto del mondo Fiat, critico anticipatore dei suoi problemi, apertamente vicino agli operai nelle loro lotte. L’ho rivisto alcune volte, da Ministro del Lavoro, in occasione di incontri pubblici. (La Stampa)

Gli squatter, a quel tempo non esisteva ancora la ridicola definizione di anarco-insurrezionalisti, avevano pestato a dovere i giornalisti ed erano risaliti su per il ripido pendio di un paesino in provincia di Ivrea. (Corriere della Sera)

Due chiamate non risposte sono il mio grande rammarico

Oggi sarà possibile ricordarlo alle 18.30 alla parrocchia torinese dell’Ascensione, domani dalle 12.30 alle 18:30 la camera ardente sarà alle redazioni della Stampa e di Repubblica. Aveva lavorato al manifesto dal 1987 al 2000, prima da Torino seguendo i temi sociali, poi da Roma specializzandosi sul sindacato, con particolare attenzione alla Fiat (il manifesto)

La conversazione con lui non era quasi mai sui temi di giornata. Paolo Griseri chiedeva sempre qualcosa di cui non ti aspettavi di dover parlare. (La Stampa)

Avevo silenziato il telefono che avevo messo sotto carica e non mi sono accorto delle chiamate se non qualche ora dopo. Alle 20.30 e alle 20.34 due chiamate sue senza mia risposta. (La Stampa)