Il cimitero dell’Aquila tra zone inaccessibili e marciapiedi rotti
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L’ALA. Transenne, lapidi spezzate e gradini ammalorati. A ventiquattr’ore dal giorno dedicato al ricordo dei defunti, il cimitero monumentale dell’Aquila presenta ancora diverse criticità. E se chi vi riposa non può certo lamentarsi, il problema se lo ritrova chi invece dovrà fargli visita, chiamato a stare attento a dove metterà i piedi. Anche se il Comune, dopo aver provveduto allo sfalcio delle erbacce che fino a pochi giorni fa occultavano anche le tombe più recenti, adesso annuncia nuovi investimenti di manutenzione ordinaria e straordinaria. (Il Centro)
La notizia riportata su altri media
A fiumi sciamano per le strade, anche in centro storico, frequentatissima la chiesa dei Girolamini, tanti in coda per ammirare il Cristo Velato. Sono 140mila le presenze attese in città per il ponte di Ognissanti. (RaiNews)
Il piano traffico predisposto dal Comune di Napoli per il 1° e il 2 novembre funziona: niente ingorghi nei pressi di Poggioreale, come conferma in apertura del servizio Antonio De Iesu, assessore alla polizia municipale e alla legalità, ma anche uno dei cittadini che si è recato al cimitero monumentale per un saluto ai propri cari che non ci sono più. (RaiNews)
Nei giorni in cui si ricordano tutti i santi e i defunti, il camposanto è più affollato del solito ma la “cartolina” che appare al visitatore, in certi punti, non è certamente edificante. (IL GIORNO)
La folla e il traffico degli anni passati al cimitero di Poggioreale per i giorni dei defunti sono un ricordo lontano. Anche ieri l’affluenza è stata esigua: «Ma è così ormai da tre anni, da dopo il Covid – racconta una venditrice di fiori – Questo cimitero è abbandonato, va in rovina, ci sono i resti dei morti a vista». (La Repubblica)
Questo è quello che ancora una volta abbiamo visto attraversando il cimitero della Castagna, uno dei principali campisanti della città, all'interno del quale, no, non è sicuramente possibile riposare in pace. (Genova24.it)
Il cimitero monumentale di Napoli è un coacervo di bellezza e immondizia, arte e degrado, memoria e dimenticanza. Ad ogni angolo tombe crollate e marmi a terra, in ogni viale vegetazione che aggredisce ogni cosa, dalle cappelle alle piccole tombe nascoste, dietro ogni tomba un cumulo di immondizia o un agglomerato di resti di bare e “lettini” accatastati e lasciati lì a marcire. (ilmattino.it)