Gisèle Pelicot, portavoce della lotta alla violenza: «Siano loro a vergognarsi»
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Il paradosso di Gisèle Pelicot è di essere diventata, suo malgrado, una star mondiale, ammirata per le doti straordinarie di coraggio e dignità, imprevedibile donna copertina 72enne su decine di giornali di ogni Paese, dal Vogue tedesco al comunista L’Humanité, ma in virtù di un processo dove lei ha voluto sottolineare e denunciare «la banalità dello stupro» e della sua storia, l’ordinarietà delle violenze subite e anche di coloro che le hanno commesse: il marito coetaneo tecnico informatico poi pensionato, ma anche gli altri 50 uomini della porta accanto. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri media
Il caso della donna di 72 anni - che è stata drogata per 10 anni dal marito che poi la faceva violentare senza contropartita da sconosciuti, reclutati e convocati su un sito di incontri che ora è stato bandito, assistendo e riprendendo le violenze - ha profondamente scosso l’opinione pubblica francese. (Sky Tg24 )
Ad ascoltarla, all'uscita dal tribunale scortata dalla polizia, c'è una folla di uomini e donne. Dopo la sentenza (storica) e la parole dei giudici, è la vittima che parla. (il Giornale)
Gisèle ce l’ha fatta. Non solo perché il marito e i 50 uomini che per anni hanno abusato di lei sono stati condannati dal tribunale di Avignone, ma soprattutto perché, grazie alla sua denuncia e al suo coraggio, «la vergogna ha cambiato lato». (Avvenire)
Gisèle Pelicot arriva scortata da agenti, tra la folla che l’applaude. «Merci Gisèle» è scritto su uno striscione appeso nella notte sulle antiche mura della città dei Papi. (la Repubblica)
Ma mentre lei ha dichiarato di aver «lottato» anche per le altre vittime di violenza sessuale «dimenticate», in tanti le hanno mandato messaggi ringraziandola per la tenacia. Con lui altri 50 uomini sono stati processati e condannati dal 2 settembre. (Corriere della Sera)
I figli delusi: "Pene lievi". Fuori dal tribunale uno striscione per ringraziarla del suo coraggio. (Sky Tg24 )