Khamenei, fatwa contro il premier israeliano: «Deve essere giustiziato, non arrestato»
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Ali Khamenei è sempre più stanco, sempre più anziano e sempre più isolato. In un anno ha visto morire il presidente Ebrahim Raisi, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e il vecchio capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. La sua leadership si avvicina al tramonto, con qualcuno che già parla del suo possibile successore. Ma una cosa certa: per la Guida suprema, vendicarsi di Benjamin Netanyahu è un imperativo. (ilmessaggero.it)
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Lo capisco: è roba grossa. Davvero vogliamo riaprire la pagina infame delle leggi razziali che Schlein e compagni riabilitano chiedendo l'applicazione delle scelte antisemite della Corte dell'Aia? Tra l'altro è pura schermaglia teorica: il capo del governo di Israele non è così scemo da passare da Roma a verificare di persona come finirà il grottesco dibattito sulla pelle sua e di uno Stato che non può permettersi di perdere una guerra, perché sarebbe l'ultima. (il Giornale)
Si è trattato di un passaggio epocale sulla strada dell’affermazione della giustizia e del diritto internazionale, ma occorre essere ben consapevoli che siamo appena all’inizio dell’opera e del cammino. (Il Fatto Quotidiano)
Il ministro parla di Ucraina, ma non solo. "L'unità è la nostra forza". (il Dolomiti)
Che ha usato Israele, i palestinesi e gli ostaggi per le sue ambizioni personali o per evitare che vada in prigione per i processi a suo carico''. Parole dure e ampiamente previste quelle del ministro degli Esteri dell'Autorità (Secolo d'Italia)
Secondo la Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, il mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu "non basta" e dovrebbe essere emessa una "sentenza di esecuzione". (il Dolomiti)
Di Luciano Assin (Mosaico-cem.it)