Magistrati contro il Governo: “Ora basta delegittimarci”. La Lega: lo fate già da soli
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– Non accadeva da tempo che la magistratura si compattasse, nelle sue molteplici correnti, per fare fronte comune contro il governo Meloni e quelli che vengono definiti “attacchi continui alla categoria per delegittimarla, in un’operazione che lede la tenuta democratica del Paese”. Così, dopo la Corte Costituzionale che ha bocciato i 7 undicesimi della riforma dell’autonomia differenziata e mentre l’altra legge bandiera, quella sul premierato, segna invece il passo, ecco ieri l’Anm mettere per iscritto – in due documenti – l’accusa al governo di “preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo della legalità”, puntando il dito su un’altra riforma cardine della legislatura, quella sulla separazione delle carriere che, a giudizio delle toghe, finirebbe con il sottoporre i pm alle direttive dell’Esecutivo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La notizia riportata su altri giornali
L'Anm bacchetta la stampa cui vorrebbe insegnare i rudimenti di etica per un presunto «linciaggio mediatico» cui sarebbero sottoposte le toghe al centro delle sentenze svuota Cpr in Albania e in Italia, un metodo «cui certa politica e un certo giornalismo (quale? ndr) si è prestato» per colpire «i giudici e la loro naturale tensione a decidere liberi dalle proprie convinzioni e passioni: scrutare la vita delle persone, riportando le loro vicende intime, del tutto prive di rilevanza pubblica, è condotta non in linea con l'etica giornalistica». (il Giornale)
Così una nota della Lega in risposta al documento approvato dalla Anm. Per esempio: meno convegni e più lavoro”. (Civonline)
– Quanto registrato nelle ultime settimane, con le polemiche nei confronti dei magistrati, “si tratta di un attacco alla giurisdizione strumentale a screditare la magistratura per preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo di legalità affidato dalla Costituzione alla magistratura”. (Agenzia askanews)
«Abbiamo il dovere di conservare integra la serenità nello svolgimento dei nostri compiti. (Famiglia Cristiana)
Roma — «Ai parlamentari democraticamente eletti spetta il compito di rappresentare il popolo italiano, non ai magistrati». Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, interviene nello scontro tra politica e giudici respingendo «le guerre di religione». (la Repubblica)
«Nell'ultimo periodo abbiamo assistito da parte di una certa politica ad attacchi sempre più frequenti a provvedimenti resi da magistrati italiani nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali, criticati non per il loro contenuto tecnico-giuridico, ma perché sgraditi all'indirizzo politico della maggioranza governativa». (Corriere della Sera)