Le forze militari russe, la caduta di Assad, i ribelli. La strategia di Mosca in Siria
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La repentina caduta della Siria di Bashar al-Assad, sostenuta da Russia e Iran, sembra aver posto fine al progetto di Teheran di influenza nel Medio Oriente che prende il nome di “Mezzaluna sciita”, ma Mosca potrebbe invece continuare a mantenere la sua presenza in quel Paese fondamentale per gli interessi russi. Come sappiamo, il sostegno militare russo ad Assad durante l'offensiva delle milizie composte da diverse fazioni come l'Hts (Hayat Tahrir al-Sham), l'Sdf (Syrian Democratic Forces) e lo Sna (Syrian National Army) è stato minimo per via dell'impegno delle forze armate di Mosca nel conflitto ucraino, che sta assorbendo ingenti risorse, ma potrebbe essere stata una scelta politica. (il Giornale)
La notizia riportata su altri giornali
I fotogrammi satellitari hanno mostrato la base aerea russa di Khmeimim, a Latakia, sulla costa mediterranea della Siria nord-occidentale, dove due aerei da trasporto militare pesante An-124 erano vicino alla pista con entrambi il muso sollevato, particolare che indica l'imbarco del carico. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Più di 2mila soldati dell'esercito siriano, fuggiti in Iraq nel fine settimana dopo il crollo del governo di Damasco, stanno attualmente vivendo in una tendopoli creata dal governo iracheno per ospitarli. (Corriere della Sera)
Evacuare le sedi militari in Siria, dopo la caduta di Assad e la vittoria dei ribelli: questo l'obiettivo della Russia, che al momento sarebbe impegnata proprio in questi preparativi. La flotta navale russa, infatti, ha già lasciato il porto siriano di Tartus, come reso noto dalla tv Al Jazeera, che cita anche il quotidiano tedesco Der Spiegel e un memorandum del ministero della Difesa tedesco. (Liberoquotidiano.it)
Con la leader, Matteo Mauri responsabile della Sicurezza del Pd. . (Tuttosport)
E le prospettive del paese, così come dell'impatto della nuova Siria in tutto il Medio Oriente, sono ancora tutte da comprendere e da scrivere. I ribelli prendono il potere in Siria, costringendo Bashar al-Assad alla fuga in Russia (Liberoquotidiano.it)
Da qui la decisione del Cremlino di ritirare tutte le navi russe dalla grande base siriana di Tartus, nodo strategico per la proiezione nel Mediterraneo. Il caos nel Paese mediorientale è servito agli avversari di Putin (in primis gli Usa) proprio per mettere pressione alla Federazione, in vista dei colloqui sull'Ucraina. (QuiFinanza)