Allarme peste suina africana negli allevamenti: bisogna abbattere altri 11.700 suini

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IL GIORNO INTERNO

Un anno dopo i primi focolai di peste suina africana, altri contagi. Sono due gli allevamenti colpiti, entrambi in Lomellina. Il primo a Mortara ospita 10mila maiali e il secondo a Gambolò 1.200. Immediatamente è scattato il piano di eradicazione della malattia, che ha l’obiettivo di fermare l’avanzata di un virus fortemente contagioso con l’abbattimento di 11.700 suini. Da quando si è diffuso il virus, che in provincia ha toccato circa 170 aziende che danno lavoro a 400 persone, sono stati abbattuti 45mila capi. (IL GIORNO)

Se ne è parlato anche su altri media

Già partito il piano di “eradicazione della malattia” che ha l’obiettivo di fermare l’avanzata di un virus fortemente contagioso attraverso l’abbattimento di 11.700 suini. Due si trovano in Lomellina, a Mortara (10mila maiali) e a Gambolò (1200), e uno ai confini con il Pavese, a Besate (500). (La Provincia Pavese)

PESTE SUINA AFRICANA: COLDIRETTI, SERVONO INTERVENTI IMMEDIATI, AZIENDE IN GINOCCHIO – La situazione della diffusione della peste suina africana (Psa) è sempre più preoccupante. (piacenzasera.it)

Il caso di Vernate è il quarto, nel giro di pochi giorni, dopo quelli individuati a Mortara, Gambolò e Besate. GAMBOLO’ Un nuovo focolaio di Psa a Vernate, nel Milanese, ma al confine con la provincia di Pavia. (La Provincia Pavese)

Peste suina nuovi casi in due allevamenti lomellini a Mortara e Gambolò

In Alto Adige la peste suina africana non ha trovato terreno fertile. La peste suina africana colpisce solo i suini, selvatici e domestici, è altamente contagiosa e di solito risulta fatale agli animali. (Alto Adige)

A partire dal 26 luglio sono stati confermati 6 focolai di Peste suina africana (Psa) in altrettanti stabilimenti di suini in Lombardia (province Milano, Pavia), in Piemonte (provincia Novara) e in Emilia Romagna (provincia Piacenza). (Alto Adige)

Già partita l'indagine epidemiologica da parte del Dipartimento veterinario di Ats, dell'Unità operativa veterinaria di Regione Lombardia e dell'Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell'Emilia Romagna per accertare come sia avvenuto il contagio che potrebbe essere stato originato dal contatto diretto con animali malati, attraverso gli alimenti oppure dall'uomo attraverso mezzi, indumenti o attrezzature infette. (IL GIORNO)