Medio Oriente, non si spegne la speranza per una tregua di Natale

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Medio Oriente, non si spegne la speranza per una tregua di Natale Sempre più difficile la situazione in Terrasanta, ma non si spegne la speranza per una tregua di Natale. Collegamento da Gerusalemme con Alessandra Buzzetti Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)

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Carissime amiche, carissimi amici, Ecco il testo del messaggio natalizio che il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, ha registrato in un video indirizzato a tutti da Betlemme in quest’ultimo scorcio del 2024, che coincide con lo schiudersi del Giubileo per l’Anno santo 2025. (Terrasanta)

Roberto Cetera – Città del Vaticano Qualche debole segno di speranza si affaccia sul Natale senza luci di Betlemme. Lo scorso anno la mestizia si accompagnò ad aspre tensioni che pregiudicarono la possibilità di qualche ora di serenità e speranza. (Vatican News - Italiano)

E per me questo è un segno di speranza». TEL AVIV – «Gaza è distrutta, tutto è distrutto, ma non lo spirito dei suoi abitanti. (la Repubblica)

Il cardinale Pizzaballa: “Betlemme senza natività è un luogo monco. C’è bisogno di speranza”

La crollo della popolazione cristiana sotto Hamas e Autorità Palestinese Nei territori palestinesi i cristiani scompaiono. Quando governa Israele? No, quando governano i palestinesi. Denunce del Papa? Non pervenute (israele.net)

Scrivere «macerie» non rende l’idea, il paesaggio lunare ripreso da un’auto è ciò che resta di Beit Lahia, nel Nord della Striscia di Gaza, nient’altro che una prospettiva di polvere, brani di cemento e tondini ritorti, «non che sia così dappertutto, ma insomma», il cardinale Pierbattista Pizzaballa mostra il video e mormora: «Quando entri, la prima cosa che vedi è una distruzione pressoché totale». (Corriere della Sera)

È la prima immagine che ha fornito ieri il cardinale di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, appena tornato da una visita alla comunità cattolica della Striscia. «A Gaza è tutto distrutto, la situazione è molto grave, ma qualche segno di speranza, di vita, c’è ancora». (La Stampa)