Siria, tutti contro tutti: Putin chiama Erdogan, l’Iran allerta le truppe

Siria, tutti contro tutti: Putin chiama Erdogan, l’Iran allerta le truppe
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la Repubblica ESTERI

La situazione sul campo continua a peggiorare per il regime siriano e i suoi protettori alzano il livello della minaccia. Mosca e Teheran hanno mandato a Damasco i due generali più feroci, che negli scorsi anni sono riusciti a sconfiggere i ribelli sunniti facendo strage della popolazione: l’iraniano Seyyed Javad Ghafari viene chiamato “il Macellaio di Aleppo”, invece il russo Alexander Chayko ha… (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

In Siria si sta consumando un nuovo conflitto, più silenzioso rispetto a quello del vicino Libano, e con numerosi attori coinvolti, dai curdi alla Turchia, dalla Russia all'Iran. Uno scontro che ha radici nella guerra civile iniziata oltre un decennio fa e che mostra caratteristiche simili alla stessa. (La Stampa)

Poche e confuse le informazioni. Secondo l’Associated Press, i miliziani iracheni, tra cui figurano combattenti dei gruppi Kataib Hezbollah e Fatemiyoun, hanno passato il confine nei pressi della città di Bukamal. (Corriere della Sera)

Soldati israeliani di stanza nella città occupata di Hebron, in Cisgiordania, hanno intensificato una campagna di detenzioni arbitrarie, violenze e abusi contro i palestinesi: è quanto emerge da interviste del Guardian ai residenti colpiti e da una nuova ricerca del gruppo per i diritti umani B'Tselem. (Sky Tg24 )

Siria: i perché e gli scenari dell’escalation

Il manifesto del 4 dicembre 2024 (il manifesto)

Centinaia di combattenti filo-iraniani dell'Iraq sono entrati in Siria per supportare il regime di Bashar al-Asad contro i ribelli che hanno conquistato Aleppo. Indebolito dal recente conflitto con Israele, il partito armato libanese Hezbollah non partecipa per ora all'iniziativa. (Limes)

Il 27 novembre è stato un brutto risveglio per chi, erroneamente, considerava il conflitto in Siria un capitolo chiuso della storia mediorientale. L’offensiva lanciata dai ribelli antigovernativi e da un cartello di milizie jihadiste guidato da Hay’at Tahrir As-Sham (HTS) ha portato nel giro di poche ore alla caduta di Aleppo, seconda città della Siria, che il governo di Bashar Al-Assad aveva impiegato diversi anni a strappare ai ribelli nel 2016, dopo averne perso solo una metà. (ISPI)