Ottavia Piana, Papetti: «È stupefacente che il salvataggio di una donna provochi polemiche anziché festeggiamenti»

Ottavia Piana, Papetti: «È stupefacente che il salvataggio di una donna provochi polemiche anziché festeggiamenti»
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Caro Direttore, vorrei rispondere all'Egregio Sig. Luigi Gentilini. La Speleologia, a differenza di forme estreme di alpinismo, è una passione, uno sport ed una materia scientifica. Sono triestino e come moltissimi altri giovani sono stato attratto dall'esplorazione delle grotte. Al liceo come professore di scienze ho avuto il professor Walter Maucci il primo ad esplorare la parte finale sotteranea del Timavo, e purtroppo morto in Indonesia mentre studiava i tardigradi (ilgazzettino.it)

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È finita bene per fortuna, ma scriverei le stesse cose se Ottavia Piana non ce l’avesse fatta e nutrirei lo stesso sconforto per le male parole che le hanno buttato addosso perfino prima che potesse leggerle. (La Stampa)

Esplorazioni come quelle che hanno visto protagonista Ottavia Piana, la speleologa salvata dopo essere rimasta bloccata nella grotta Abisso Bueno Fonteno nel bergamasco, "hanno un fine scientifico" e quanto ai costi per il recupero, ricerca e soccorso all'interno della grotta "non paga assolutamente il cittadino perché tutti gli speleologi sono assicurati". (Adnkronos)

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Il fascino oscuro del sottosuolo: una riflessione tra cronaca e cinema

Simon Beatrice Lindner ricostruisce per la prima volta quelle drammatiche prime ore dei soccorsi per far uscire Ottavia Piana dalle grotte dell’abisso Bueno Fonteno. «Quando sabato sera è scattato l’allarme ero a cena da amici. (varesenews.it)

Una macchina imponente che si è messa in moto alla mezzanotte del 15 dicembre. Sono 159 i tecnici del Soccorso Alpino e speleologico che hanno lavorato senza sosta per salvare la vita a Ottavia Piana, la speleologa del Cai (Club Alpino Italiano) rimasta intrappolata dopo una caduta nei cunicoli dell'Abisso Bueno Fonteno, nel Bergamasco. (Today.it)

La loro lotta per la sopravvivenza, tra correnti letali, passaggi strettissimi e l’inesorabile avanzata dell’acqua, non è solo un thriller claustrofobico, ma anche una potente riflessione sulla fragilità umana di fronte alla natura incontrollabile. (la VOCE del TRENTINO)