Tutte le modifiche in tema di agibilità introdotte con il Salva Casa
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Il Decreto Salva Casa (convertito con la Legge numero 105/2024) è stato introdotto in Italia per semplificare le normative edilizie e incentivare la ristrutturazione degli immobili, ha avuto un impatto significativo anche sui requisiti per l’abitabilità delle abitazioni. Sebbene il decreto non abbia introdotto una completa riforma dei requisiti di abitabilità, ha apportato delle modifiche importanti che hanno influito su vari aspetti, semplificando e rendendo più flessibili alcuni requisiti. (Immobiliare.it)
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Sono tanti gli ambiti toccati dal decreto Salva Casa e toccano da vicino anche Torino e il Piemonte. Metri quadri minimi per l'abitabilità, altezza minima consentita e altro ancora. (Virgilio)
Metri quadri minimi per l'abitabilità, altezza minima consentita e altro ancora. Leggi tutta la notizia (Virgilio)
Con questa motivazione il Tar del Lazio, con la sentenza n. «Non può essere giuridicamente impedita al proprietario ogni attività edilizia avente ad oggetto il bene di sua appartenenza in attesa di condono, anche allorquando quest’ultimo subisca ammaloramenti e degrado causati dai guasti del tempo». (NT+ Enti Locali & Edilizia)
Le modifiche introdotte si sono concentrate in particolare su due aspetti: le procedure di sanatoria e il cambio di destinazione d'uso, al fine di rispondere alle nuove esigenze del territorio. Con l’introduzione della Legge n. (Brocardi.it)
Ultimo Aggiornamento: 17/12/2024 La recente sentenza n. 5541/2024 del TAR Campania riporta al centro del dibattito l’annosa questione degli abusi edilizi e della loro regolarizzazione tramite il procedimento di accertamento di conformità urbanistica. (Edilizia.com)
La costruzione di un immobile abusivo, ovvero senza i necessari permessi edilizi o in difformità da essi, è un reato. Alla condanna penale si associa, quasi sempre, l’ordine di demolizione. Ma cosa succede se passa molto tempo dalla costruzione dell’abuso? Si può evitare l’ordine di demolizione? In questo articolo, approfondiremo la questione analizzando ciò che, sul punto, è stato detto sia dalla nostra Cassazione sia dalla CEDU, la Corte Europea dei Diritti dell’uomo. (La Legge per Tutti)