SIRIA: CONSIDERAZIONI (MILITARI) CONCLUSIVE
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SIRIA: CONSIDERAZIONI (MILITARI) CONCLUSIVE di Orio Giorgio Stirpe Ora che il clamore si sta finalmente smorzando sulla crisi siriana, proviamo a tornare brevemente sulla sua clamorosa conclusione, e vediamo se questa può insegnarci qualcosa di utile per comprendere meglio la situazione in Ucraina, e in particolare su come questa potrebbe evolvere in un futuro più o meno prossimo. Chi ha avuto modo di seguire i miei precedenti articoli avrà notato come in passato io abbia più volte fatto riferimento al “collasso” di un esercito a seguito di una serie di eventi sfavorevoli durante il conflitto, e a come questo possa in particolare essere indotto da un’azione avversaria orientata appunto “al nemico”. (Nuovo Giornale Nazionale)
La notizia riportata su altre testate
All’indomani della caduta del presidente siriano Bashar al-Assad, una campagna di bombardamenti senza precedenti si è abbattuta per più giorni sulla Siria. Oltre 500 attacchi aerei israeliani hanno distrutto basi militari, sistemi radar, depositi di armi, aerei ed elicotteri da combattimento, sistemi di difesa aerea, e la flotta di stanza a Latakia. (Il Fatto Quotidiano)
Davvero c’è da disperarsi per la Siria? Intanto, bisognerà iniziare a rallegrarsi, visto che geostrategicamente a perdere il loro alleato più prezioso in Medio Oriente sono stati proprio i nemici giurati dell’Occidente, Russia e Iran, che avevano tenuto in piedi con la forza delle loro armi e dei mujahidin del popolo iraniani un regime corrotto e sanguinario, pur di avere un porto (Tartus) sul Mediterraneo per quanto riguarda Mosca; o di assicurarsi l’assoluta complicità del regime di Bashar al-Assad, da parte iraniana, per far arrivare tonnellate di armi e missili ai propri proxy libanesi e palestinesi. (L'Opinione)
PUBBLICITÀ Dopo la caduta di Bashar Al-Assad, l'etnia alawita a cui appartiene l'ex presidente è in ansia per il futuro sotto gli islamisti di Hts. Chiedono come la comunità internazionale una costituzione e un governo inclusivi: il reportage dalla Siria (Euronews Italiano)
Il Medio Oriente quindi si sposta ora su una traiettoria diversa da quella al centro delle analisi di questi mesi. La caduta del regime di Bashar al Assad in Siria è uno di quegli eventi che tutti sono bravi a spiegare – dopo – e nessuno a prevedere, prima che accadano. (Vanity Fair Italia)
Succede ogni volta che la presunta “stabilità” dei regimi viene svelata nella sua debolezza strutturale. Narges Mohammadi, premio Nobel per la pace 2023, dissidente iraniana in carcere con condanne che si accumulano invece di consumarsi, ha scritto tempo fa una lettera al mondo invitandoci ad ascoltare il sibilo che arriva quando un muro comincia a creparsi e finalmente l’aria passa. (Corriere della Sera)
Questa i… (La Stampa)